Muore strozzato il “Clandestino”
Il giornale dei ragazzi di Modica, la voce più popolare della Sicilia più a Sud, non può più andare in edicola. Ferve la solidarietà dei grandi giornalisti e intellettuali. Sulla Luna
Un sorriso. Quando nacque, tra le luci soffuse di un garage, nessuno di noi avrebbe mai pensato che quella riunione tra amici che volevano far qualcosa per Modica avrebbe prodotto un amore. C’era soltanto un sorriso, incosciente e inconsapevole, nelle facce di un gruppo di liceali.
Ma era nato un amore: senza saperlo eravamo già presi per quei fogli chiamati Clandestino. Quella scelta, senza esagerare, ci ha cambiato la vita: abbiamo modificato le nostre giornate per dar vita ogni mese a quelle pagine. Ci siamo inventati impaginatori, giornalisti, agenti commerciali. Ci abbiamo provato, spesso goffamente, ma abbiamo imparato molto. E che risate poi nello sbagliare.
Oggi Il Clandestino, come giornale stampato, chiude. Non lo troverete più in edicola. Posiamo la penna mentre ancora è un prodotto degno di esistere e con la redazione unita nella decisione.
Scrivendo queste righe vengono in mente tante storie: le nottate ad impaginare, le distribuzioni nelle scuole, le soddisfazioni e le incazzature. Verrebbe voglia di non continuare a spiegare il motivo di questa scelta, ma bisogna farlo. E allora arriviamo al dunque: perché chiudiamo? La risposta è semplice: dietro il giornale c’è un gruppo di giovani e ogni giorno c’è la vita da affrontare.
C’è chi è andato a studiare o a lavorare fuori Modica, chi deve percorrere altre strade per necessità. Il tempo diminuisce, le energie pure. Fa male, ma bisogna essere pur sinceri. Nonostante l’amore che è stato versato in questo insieme di persone, strade, edifici, campagne e cose che si chiama Modica, il futuro spesso porta lontano, c’è poco da fare. E chi della redazione si ostina cocciutamente a proseguire la strada in questa Modica lo fa in altre forme, con un’altra veste.
La matematica non mente, se il divisore diminuisce per avere lo stesso quoziente il numeratore deve aumentare. Quel numeratore è l’ammontare del lavoro per i redattori presenti sul territorio. E allora il rischio è di proporre ai lettori un prodotto che non è all’altezza della qualità che il Clandestino ha sempre cercato di offrire.
A noi non interessa far vivacchiare il giornale. Se non si riesce a raccontare la città come questa merita è meglio chiudere con dignità. E soprattutto con il sorriso. Quello che il 30 settembre del 2006 c’era nelle nostre facce quando abbiamo visto per la prima volta una copia del nostro giornale: un’avventura che iniziava, un futuro che non potevamo immaginare.
Volevamo soltanto dare qualcosa a Modica: non sappiamo se lo abbiamo fatto bene o male, ma ci abbiamo provato. E ci abbiamo provato in tanti: centinaia di giovani hanno messo la loro firma sul giornale, ognuno ha dato il suo contributo. E si è sentito parte di un’esperienza comune.
Continuiamo con I Siciliani
L’associazione Il Clandestino, che ha editato il giornale, resta ancora in vita.
In ogni caso restermo dentro i Siciliani giovani, contribuiremo a dare il nostro piccolo contributo a questo grande sogno. Anche perché se siamo arrivati fin qua è stato anche grazie alla rete di giornali che ha condiviso spazi e idee. Ci siamo entrati per caso quando abbiamo organizzato il primo festival e con noi c’era Riccardo Orioles. Da quel momento ci siamo sentiti più importanti, parte di un’esperienza per cui valeva la pena continuare.
Posiamo la penna e, con un po’ di amarezza, vi salutiamo. Non dimenticheremo mai il nostro primo grande amore: sincero e perverso. E per lasciarvi vi mostriamo lo stesso sorriso che avevamo stampato sulla faccia in quel giorno di autunno di sette anni fa.