Movimento del ’19: stanchi di sopravvivere
Fuori piove, e noi siamo in un bar nel catanese a chiacchierare con dei ragazzi liceali.
Oltre che su Catania piove anche sulla scuola italiana ed è questo che capiamo parlando con Giovanni Saeli, Matteo Scandurra e Sergio Zuccarello, tre ragazzi del Liceo Lombardo Radice che hanno deciso di unire le loro forze per fondare “Il Movimento del 19”.
Di cosa si tratta? “Un movimento, apolitico, che si pone l’obiettivo di cambiare il nuovo esame di stato. Abbiamo scritto – ci spiegano – un documento critico–costruttivo che invieremo al MIUR, insieme ad una petizione su Change.org che stiamo portando avanti”.
“Vogliamo subito chiarire – aggiungono – che siamo i primi a sostenere che la scuola italiana vada cambiata, contestiamo però vari aspetti di questa riforma”.
Vediamo quali. Primo aspetto: le tempistiche. “Come si può pretendere che studenti e docenti possano assimilare modifiche cruciali a poco meno di 150 giorni dall’esame? Ma soprattutto, si stanno vanificando 5 anni, ed in particolare l’ultimo triennio di preparazione alle prove scritte ed orali. Dal punto di vista studentesco le modifiche attuate sfruttano gli studenti come cavie per una sperimentazione sulla nuova modalità d’esame”. Poco, pochissimo, dunque il tempo per far proprie le modifiche. Sia per gli studenti sia per i professori. L’idea di vanificare 5 anni di lavoro, in effetti, non piace a nessuno. A prescindere dall’età.
Secondo aspetto: cittadinanza e costituzione. Da quest’anno infatti si dovrà parlare anche di questo. “I docenti non hanno il tempo di prepararsi bene e noi studenti di assimilare. Diventa così solo un ulteriore peso che grava sulle nostre spalle. È sacrosanto parlare di questi argomenti, non siamo contrari. Desideriamo solo che la riforma parta dai terzi anni dell’anno prossimo, così da potersi preparare degnamente”.
Terzo aspetto: metodo di valutazione delle prove, indicatori nazionali e descrittori scolastici. Spieghiamoci meglio: il MIUR ha applicato le griglie di valutazione nazionali per avere più omogeneità. La griglia è composta da indicatori e descrittori. Gli indicatori, cioè i punteggi da 1-10, sono uguali in tutta Italia, mentre i descrittori variano da scuola a scuola. “Per fare un esempio – ci spiegano – basti pensare alla comprensione del testo in prima prova. Supponiamo di avere due compiti identici. In un descrittore di una scuola a Milano è richiesta la comprensione del testo, mentre in uno a Napoli la comprensione del testo rispettando, per esempio, una scaletta ben precisa”. Ecco dunque che due testi identici riceveranno due valutazione differenti perché differenti sono i criteri con i quali vengono valutati, anche solo passando da una scuola ad un’altra. Se pensiamo a quante scuole ci sono in ogni città, e a quante città ci sono in Italia, la situazione sembra tutto meno che omogenea.
Il movimento sta sempre più, grazie ai social, respirando aria nazionale. Tanti i riferenti, tutti studenti, anche fuori dalla Sicilia: Lorenzo Russo (Acireale), Flavio La Iacona (Caltagirone), Federica Bifolco (Caserta), Chiara Verrone (Napoli) e Andrea Arenti (Pisa).
Nonostante la giovane età, comunque, di consapevolezza e maturità ce n’è da vendere: “sappiamo perfettamente che non riusciremo a cambiare nulla quest’anno. Il nostro movimento vuole modificare l’esame per le generazione future e in questo ci incoraggia tanto il fatto che tanti ragazzi più piccoli ci seguono e supportano, senza bisogno di essere incentivati. Ovviamente, se non verremo ascoltati, continueremo a protestare, arrivando anche, a malincuore, a boicottaggi o cortei nazionali”.
Ci si chiede allora come sia nata l’idea e quale sentimento li spinga ad andare avanti: “ad essere proprio sinceri è nato tutto dalla rabbia di un professore, per altro di solito molto serio e composto, di cui però preserviamo l’anonimato. I sentimenti che ci supportano sono in movimento. Il sentimento principale è la stanchezza: la stanchezza di sopravvivere”.
P.S.: Per ovvi motivi l’articolo si limita a sintetizzare i punti trattati dagli studenti. CLICCA QUI per scaricare il documento completo. CLICCA QUI per accedere alla petizione.