Mettersi in mare a morire
La conta dei morti in Sicilia ha raggiunto livelli insopportabili. Sei giovani egiziani nel mese di agosto sono morti alla Playa di Catania, tredici ragazzi eritrei il 30 settembre sono annegati a Sampieri, a pochi metri dalla riva. Tre giorni dopo, a Lampedusa, hanno perso la vita 366 migranti
A Fulvio Vassallo Paleologo, docente di Diritto di asilo e statuto costituzionale dello straniero all’Università di Palermo e membro del Consiglio direttivo dell’Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione), abbiamo chiesto una chiave di lettura di questi eventi tragici.
– Perchè questa gente parte, rischiando di morire in mare?
La provenienza stessa dei migranti dovrebbe da subito rendere chiaro il motivo per cui decidono di affrontare i pericoli di un viaggio in mare. Molti provengono dalla Siria, flagellata da un sanguinoso conflitto, ma anche dall’Eritrea e dalla Somalia, messe in ginocchio da una durissima dittatura l’una, da carestie e decenni di guerriglia l’altra. Cercano in Europa una possibilità di sopravvivenza.
Il viaggio costa fino a 4000 euro
– Quanto pagano i migranti per andare a morire?
Ogni migrante paga tra i 1000 e i 4000 dollari. Il prezzo varia a seconda della lunghezza della tratta.
Ma il vero problema è che tutti i migranti pagano le organizzazioni criminali che li mandano ad attraversare il Canale di Sicilia su carrette malmesse, perchè la legge europea non prevede corridoi umanitari. Non esiste un modo legale per arrivare in Italia senza rischiare la vita.
– Sono gli scafisti i responsabili di queste morti in mare?
Scafisti intesi come poveri disgraziati che hanno il passaggio gratuito o che ricevono uno stipendio dall’organizzazione ne esistono sicuramente. Il problema è che le testimonianze sui presunti scafisti vengono raccolte in modo sommario, provengono da persone che poi si rendono irreperibili, e spesso non hanno alcuna valenza processuale, perciò molti processi finiscono o con un patteggiamento o con un’espulsione, con nessun passo avanti nella lotta contro i trafficanti, che andrebbe condotta nei Paesi di transito, come l’Egitto e la Libia.
Bisogna contrastare i trafficanti
Quando la nostra magistratura chiede di ascoltare dei testimoni o di promuovere indagini in questi Paesi, non c’è la minima collaborazione. Per quanto riguarda Lampedusa, c’è stato uno spostamento di mezzi navali nella Sicilia sud orientale. Non dico che la strage sia avvenuta perchè non ci sono stati interventi tempestivi, però è un dato di fatto che rispetto al passato quest’anno lì c’erano molte meno imbarcazioni della Marina e della Guardia di Finanza pronte ad intervenire. L’allargamento delle rotte causato dall’aumento delle misure di contrasto ha comportato una dispersione dei mezzi di salvataggio che non sono riusciti ad intervenire in tempo.
– Cos’è Frontex?
E’ un’agenzia dell’Unione Europea pea che ha un badget autonomo, sede in Polonia e che promuove operazioni congiunte negli aereoporti, nei porti o in acque internazionali, dove militari di Paesi dell’Unione Europea bloccano l’ingresso di immigrati clandestini. Adesso, nei Paesi di transito ci sono decine di migliaia di potenziali richiedenti asilo.
Mi sembra macabro che in un momento come questo Barroso, con il ministro Alfano, chieda un maggiore impegno di Frontex sulle coste africane. Alcune parti politiche sperano ancora di poter bloccare l’immigrazione clandestina, in maniera repressiva, colpendo i richiedenti asilo.
“Non si può reprimere l’immigrazione”
– Cosa deve cambiare, nell’ordinamento italiano, e nelle normative di fonte europea, perchè non si verifichino più simili tragedie?
Occorre rivedere il reato di agevolazione di ingresso di clandestini, in modo da depenalizzare gli interventi di civili diretti a dare soccorso agli immigrati irregolari in difficoltà. E’ a causa di questa legge che i pescatori hanno avuto tempi di reazione più lenti rispetto a situazioni di immigrati che si trovavano in mare. I processi scattano quando i pescatori prima salvano e poi avvertono. Ma se si deve avvertire prima, come imposto dalla legge, per evitare una sanzione penale, prima di essere autorizzati, possono passare minuti preziosi sottratti al salvataggio.