Ma ora i catanesi si ribellano (almeno i vegetali)
Viviana De Matteo
Riceviamo e pubblichiamo:
Cara Redazione,
siamo un comitato di alberi residenti in pianta stabile nel Comune di Catania e leggendo i Vostri articoli in merito agli incendi che hanno devastato il nostro territorio, abbiamo sentito la necessità di scrivervi questa lettera. Nonostante la difficoltà oggettiva che digitare su una tastiera con i nostri rami più sottili comporta, abbiamo bisogno di far sentire la nostra voce, di non restare più in silenzio, scuotendo le fronde e facendo finta di niente mentre i nostri compagni perdono la vita.
Bruciati in estate, capitozzati brutalmente al risveglio dall’inverno in sfregio al Regolamento del verde pubblico e privato, piantumati giovani per propaganda elettorale o perché obbligati dai progetti di democrazia partecipata e lasciati a seccare senza irrigazione, con le radici nell’asfalto, abbattuti inspiegabilmente e dichiarati vittime di esotiche malattie, sradicati dalle aiuole e trasferiti altrove per fare spazio a ombrelloni sui marciapiedi.
Noi chiediamo il perché di questo odio da parte delle Istituzioni. Noi vorremmo invadere le piazze e i viali di tutti i quartieri, ospitare i nidi, dare ombra alle briscole degli anziani, ma anche ai bambini che fanno il grest, agli adulti e persino agli Assessori
Non ci accontentiamo più delle promesse e dei post sui social. Abbiamo discusso a lungo tra di noi in assemblea per cercare la radice del problema e abbiamo individuato gli obiettivi: prevenzione, controlli reali e interventi di specialisti! Non vogliamo più guardare immobili il fuoco che attacca, come due estati fa, le case, animali e mette a rischio anche esseri umani.
Se per voi saremo ancora un fastidio, una spesa da tagliare a ogni costo, l’ostacolo a nuove colate di calcestruzzo siamo pronti ad andarcene, radici in spalle, e a fare ombra altrove. Dopotutto l’ossigeno non è redditizio, né porta voti. No?
Lettera firmata