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Ma la mafia abita ancora qua

Catania. Il Clan Zuccaro e le ville che l’Agenzia Nazionale ha messo a bando.

Da via Corridoni, alle pendici dell’Etna, i più informati dicono che era meglio non transitare. Gli abitanti di Gravina per raggiungere Mascalucia o arrivare a Catania hanno sempre preso un’altra strada. Quella era una zona brutta, pericolosa.

Lì sorge il quartier generale della famiglia mafiosa Zuccaro. Un insieme di ville e palazzine, intrecciate da cortili, giardini e piscine, tutte collegate tra loro da garage e depositi interrati. Milioni di euro di immobili confiscati definitivamente nel marzo 2013 a Maurizio Zuccaro. Il capoclan è stato condannato in più procedimenti per associazione mafiosa e all’ergastolo per omicidio e distruzione di cadavere. È il cognato di Vincenzo Santapaola, nipote del boss Benedetto. È figlio del defunto boss Rosario Zuccaro, padrone indiscusso del quartiere San Cosimo a Catania.

La Procura di Catania nel marzo 2019 ha denunciato come Maurizio Zuccaro continuasse a comandare il clan dal carcere, in quell’occasione ha arrestato il figlio, Filippo Zuccaro, in arte Andrea Zeta, noto cantante neomelodico.

Le ville, le piscine, gli appartamenti, i garage, i terreni di via Corridoni a Gravina, confiscati definitivamente da molti anni, ora sono formalmente nelle mani dell’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati che ha deciso, con un bando che riguarda anche altri mille immobili in tutta Italia, di assegnarli alle associazioni.

Diviso in 16 lotti il compound che fu della famiglia Zuccaro potrebbe essere consegnato alla società civile e diventare bandiera di una vittoria contro la mafia.

Ma non è così semplice. Quando l’Agenzia Nazionale ha emesso il bando e ha inserito i beni confiscati agli Zuccaro tra quelli da assegnare alle associazioni non ha tenuto conto di troppe cose, ha finto di non sapere troppe cose.

Nonostante le richieste dell’amministratore giudiziario l’Agenzia non ha mai provveduto, da quello che risulta a I Siciliani, a chiedere alle forze dell’Ordine lo sgombero dei locali. Gli immobili della famiglia Zuccaro risulterebbero a oggi occupati. E alcuni appartenenti alla famiglia risulterebbero ancora residenti in quei locali.

Pare inoltre che alcuni degli immobili di via Corridoni che l’Agenzia ha inserito nel bando sarebbero oggetto di abusi edilizi, alcuni insanabili.

Quando I Siciliani e l’Arci di Catania hanno fatto richiesta di effettuare un sopralluogo per prendere visione dei beni, come obbliga il bando, il delegato dell’Agenzia ci ha informato che il sopralluogo qualora fosse stato possibile effettuarlo, sarebbe dovuto avvenire con la scorta dei carabinieri, proprio alla luce dell’occupazione dei luoghi.

Due assemblee si sono tenute a Catania nelle ultime settimane, con tante associazioni e persone di buona volontà, per denunciare tutto questo: per fare squadra e non rassegnarci.

Le ville della famiglia Zuccaro, acquistate con i soldi degli affari sporchi, delle armi e della droga, appartengono a tutte e tutti noi. È possibile ancora consentire che la malagestione dei beni confiscati continui a essere un regalo alle organizzazioni mafiose?

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