Lettera aperta al presidente Napolitano
Fra pochi giorni il CSM potrebbe nominare il Procuratore della Repubblica di Catania. Chiunque vinca la gara, la sconfitta della legalità sarà certa. Essa si è consumata presso il Ministero della Giustizia, allorché il Ministro ha dato consenso per ciascuno dei tre magistrati proposti dalla Commissione V, pur essendo a conoscenza di fatti che non solo imponevano rifiuto, per uno dei tre, ma davano ragione di ritenere l’incompatibilità di costui con l’ambiente catanese e con la stessa funzione che in atto egli vi esercita.
Riporto in appendice il testo tempestivamente sottoposto al Ministro, eliminandone solo il cognome del magistrato.
Com’è chiarissimo, si tratta di fatti , ognuno dei quali è legato a tutti i precedenti, da strettissima relazione: essi sono un tutto omogeneo, compatto, che nel suo insieme, rivela tremenda rilevanza.
Chi si limita ad accennare a qualcuno dei fatti, senza evocarli tutti, si procura l’apparenza del coraggioso, mentre evita di condursi davvero secondo coraggio, come la situazione richiede.
C’è poi chi agisce in malafede. Tra quelli che hanno dato e danno mano alla rotta della legalità, sono proprio coloro che si sbracciano, ostentatamente, per un Procuratore estraneo a Catania, ma sorvolano sui comportamenti del magistrato locale. Lo aiutano con il loro silenzio, mentre si mascherano da fautori di una nomina diversa. Sono i suoi amici più preziosi.
La distruzione della legalità avviene, da questo stesso lato e da altri, in CSM, nelle Commissioni, e nel plenum.
Si asside a Capo dell’assemblea l’on. Vietti, che avrebbe ragione di decisamente astenersene. Componente del consesso in altra consiliatura egli volle essermi nemico, con aperta ingiustizia, nell’interesse di altri: dapprima (anno 2000) per reprimere le mie istanze di verità, a proposito dello scandalo giudiziario di viale Africa, e impedire che il magistrato, gestore di quel processo, e lui pure eletto al CSM, per quello stesso quadriennio, ne venisse pregiudicato; e poi (2001) per riparare l’odierno aspirante Procuratore dalla mia giusta accusa davanti alla Commissione Antimafia (seduta del 7-12-2000: ….ha acquistato casa da un mafioso….): I fatti di esso avv. Vietti, in tali circostanze, sono consacrati del processo verbale di seduta plenaria del CSM, del giorno 22 marzo 2001. Come può egli assere arbitro, ora, non fosse altro che dirigendo la discussione, tra le ragioni fatte valere dai miei scritti e gli opposti interessi di quel magistrato?
Ella sa tutto, Signor Presidente della Repubblica, anche da una mia lettera recente. Non posso credere che voglia consentire, restando ancora indifferente, allo scempio in corso.
(“Ucuntu”, 21 ottobre 2011)