venerdì, Novembre 22, 2024
-mensile-Scienza

L’eredità scientifica e tecnologica di Archimede

La Fig.2 mostra un disegno dell’arco di parabola su un supporto piano (foglio di carta, schermo del monitor etc.). I punti  A, D, M e V sono quelli che, con lo stesso nome, compaiono in Fig.1. Sul segmento MV  è segnato un punto  F che non compare in Fig.1, esso si chiama fuoco e gode di particolari proprietà. La proprietà che qui interessa è la seguente: se l’arco di parabola dalla parte verso cui volge la concavità (in Fig. 2 quella inferiore)  è riflettente come uno specchio, allora tutti i raggi luminosi che  passano per i punti del segmento AD muovendosi verso l’arco di parabola parallelamente al segmento MV e si riflettono sull’arco di parabola secondo le leggi della riflessione  (già note ad Euclide prima della nascita di Archimede), dànno luogo a raggi riflessi passanti per F.
In Fig.2 sono disegnati tre raggi luminosi che hanno le proprietà dette, come raggi incidenti essi passano rispettivamente per i punti  G, H e I del  segmento AD; si vede nel disegno  che i tre corrispondenti raggi riflessi passano per  F.
Si consideri ora la  figura geometrica che si ottiene per traslazione dell’arco di parabola in  direzione perpendicolare al rettangolo ABCD.  Questa figura, se si rispettano certe proporzioni tra le lunghezze di alcuni suoi segmenti caratteristici,  può somigliare ad una  di quelle tegole che si mettono spioventi come coppo. In modo impreciso, ma comodo nel presente contesto, chiamo paraboloide questa figura. La  traslazione di F  corrispondente alla traslazione dell’arco di parabola  genera un segmento.  Se posizioniamo un piccolo tubo cilindrico in cui scorre un fluido in modo che il suo asse coincida con questo segmento e  anneriamo la superficie esterna del tubo in modo che assorba buona parte dell’energia luminosa che vi incide e disponiamo il paraboloide  in modo che i raggi solari incidenti siano approssimativamente paralleli al segmento MV e col verso da M a V, allora l’energia luminosa incidente sul paraboloide  sarà in buona parte assorbita dal tubo e ceduta al fluido.
Credo che chi mi avrà seguito comprenderà perché sia stato molto opportuno chiamare “Archimede”  la centrale solare di Priolo e si renderà conto che  una parte dell’eredità scientifica e tecnologica  di Archimede è, anche ai nostri giorni, a servizio dell’umanità. Questa parte è  importante, ma direi anche piccola rispetto al complesso dell’eredità. Per spiegarlo anche sommariamente mi servirebbero almeno tante battute quante quelle che ho impiegato fin qui, ma non posso completare il discorso perché ho già ecceduto.
Mi limito ad aggiungere un paio di cose .
Nel mese di dicembre del 2011  è stato aperto a Siracusa in Piazza Archimede 11 un museo dedicato ad Archimede, che è stato chiamato “Arkimedeion”. Cito, condividendolo dopo tre attente visite all’Arkimedeion, un passo della presentazione contenuto in un volumetto che si può comprare al museo.
L’Arkimedeion è un museo scientifico e tecnologico dedicato al grande matematico e fisico greco vissuto a Siracusa tra il 287 e il 212 avanti Cristo. Archimede fu realmente un vero genio, uno dei massimi scienziati dell’antichità classica ed è importante che la sua città natale gli dedichi un museo. I vari argomenti scientifici affrontati da Archimede, e anche le invenzioni a lui attribuite dalle leggende che hanno circondato la sua grande immagine nei secoli successivi – ad esempio i famosi specchi ustori che avrebbero incendiato le navi romane che assediavano Siracusa – sono illustrati attraverso 24 originali exhibits interattivi capaci di catturare l’interesse dei visitatori grandi e piccini. Ogni exhibit è accompagnato da supporti multimediali che consentono al visitatore una comprensione delle grandi scoperte matematiche … e fisiche.
Il museo è aperto ogni giorno dalla 9,30 alle 19,30; si può entrare fino alle 19,00.
Il 2013 sarà il duemilatrecentesimo anno dalla nascita di Archimede. Sarebbe giusto che i siciliani e le siciliane, in particolar modo i siracusani e le siracusane, pensino a commemorare degnamente in questa ricorrenza il loro grande conterraneo.

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