Le fasi spagnole contro il virus
Barcellona come non l’abbiamo mai vista.
“La situazione a Barcellona non è ancora stabile: un giorno ci sono duecento casi positivi in meno , l’indomani pure, e dopo tre giorni raddoppiano. Non è mai una linea retta, sale e scende di continuo” racconta Delfino, studente di architettura di origine catanese rimasto in Spagna per il bene della famiglia.
“Ho deciso di non tornare a casa, il viaggio sarebbe stato rischioso. È stata una scelta davvero difficile, non è facile affrontare una pandemia in una città che non è la tua.”
Se sei per strada noti due diverse reazioni al virus: “Si passa dal sentire bambini che piangono dicendo “Mamma, c’è il virus, ho paura di uscire” ai ragazzini, più lascivi che organizzano partite di calcio e, segnato un gol, non rinunciano a battersi il cinque tra loro”- dice Delfino- “Barcellona è grandissima, accoglie tantissime etnie diverse, ma come accade in ogni casa, ciascuno ha le proprie abitudini, modo di pensare quindi è difficile essere tutti d’accordo e agire allo stesso modo. C’è chi porta la mascherina e chi no, sono scelte personali.”
E mentre l’Italia sta attraversando la fase due, la Spagna deve ancora recuperare: “Il presidente spagnolo Sanchez ha pianificato quattro diversi momenti: la fase zero è iniziata il due maggio e sarà in vigore fino al diciotto maggio e consiste nella possibilità di uscire per praticare sport all’aperto, ma entro i confini del proprio comune, si può anche passeggiare entro un chilometro da casa propria. La novità rispetto all’Italia è che si esce in base all’età: gli anziani escono ad un orario, gli adulti e i bambini ad un altro. Saremmo dovuti passare alla fase uno lunedì undici maggio, ma ci sono ancora troppi contagi, perciò forse succederà il diciotto di questo mese. L’obiettivo principale del governo è “l’avvio verso una nuova normalità”.
“Abito a Barcellona da qualche mese ormai, non è molto, ma mi sono già innamorato di questa città. Prima c’era sempre festa, la gente si divertiva parecchio, non ho mai visto la Rambla vuota. Io però la preferisco così com’è adesso, pacifica e tranquilla. Spero di poter riabbracciare al più presto la mia famiglia.”