L’asse Vittoria-Fondi/ Visto da sud
Il mercato ortofrutticolo di Vittoria ha sempre garantito due certezze per i ragusani: soldi e malaffare. Una certezza detta a bassa voce, a volte negata. Ma una certezza
Il vaso di Pandora è stato scoperchiato dalla Guardia di Finanza di Ragusa che in due anni di attività ha controllato e ricontrollato cifre, nomi, storie. Si è messo il bastone tra gli ingranaggi di un meccanismo consolidato e perverso. Gli uomini guidati dal Col. Francesco Fallica, il primo febbraio, hanno denunciato 74 operatori e scovato 18 milioni di euro di evasione fiscale, in quella che è stata battezzata operazione “Right price”.
Quello che è venuto fuori è sconvolgente, se pur sospettato. Un sistema basato sull’illegalità e sul caos. Il mercato di Via Fanello sembra essere una zona franca.
Nello specifico 65 persone sono state denunciate per rialzo fraudolento dei prezzi, 63 per truffa, 41 per turbata libertà degli incanti, 8 per abuso d’ufficio, 3 per peculato, 2 per favoreggiamento reale, 1 falso in scrittura privata, 1 per bancarotta fraudolenta.
A saltare agli occhi è un dato: oltre 27.000 kg di ortaggi provenienti dalla Tunisia sono stati spacciati per locali. Un danno enorme alla credibilità della produzione locale, già in forte difficoltà.
Ma il punto nevralgico dell’indagine delle Fiamme gialle ragusane è un altro: la doppia attività. Alcuni commissionari – gli intermediari tra i produttori e la grande distribuzione – non si limitavano al lavoro di tramite intascando il 10% previsto di commissione. Spesso il commissionario era al tempo stesso acquirente, snaturando illegalmente le logiche del mercato e mettendo in ginocchio i produttori costretti a vendere a prezzi talvolta umilianti. E proprio gli agricoltori sono stati i primi ad esultare dopo l’operazione. Secondo dati Cia con la doppia attività sarebbe stato sottratto ai produttori una somma che si stima tra i 250 e 300 milioni di euro.
Non c’è stata tregua per gli operatori del mercato ortofrutticolo più grande del meridione. Infatti, le fiamme gialle, su disposizione del Procuratore di Ragusa Carmelo Petralia, il 10 febbraio, all’alba, hanno di nuovo varcato i cancelli della struttura ed hanno sequestrato 15 box, sempre nell’ambito dell’operazione “Right price”. Qualche giorno dopo sono stati dissequestrati 5 box.
La città trema e la politica cerca di non esser travolta dall’onda.
Al mercato di Vittoria, sono presenti 74 box, e ogni hanno girano centinaia e centinai di milioni. La struttura oggi è gestita dal Comune dopo un lungo contenzioso con la Regione Sicilia.
Anno dopo anno, anomalia dopo anomalia, si è capito che l’unica soluzione per avere un po’ di trasparenza fosse cambiare la gestione. Tra gli obiettivi del sindaco Pd, Giuseppe Nicosia – ormai al secondo mandato – c’è pure quello di affidare la gestione del mercato ad una srl. Già due anni fa sembrava tutto pronto: la società è costituita ma mai entrata in funzione.
Peppe Cannella, ex consigliere comunale di Rifondazione Comunista, ci aveva visto bene ed oggi dichiara: “più e più volte, proprio il sindaco ha condiviso e fatto sue le nostre denunce politiche ma non sono seguiti i fatti. Si deve capire da subito quale ruolo deve avere la politica di questa città. Subire in silenzio limitandosi ai complimenti per il lavoro svolto da altri, oppure aprire un confronto che porti in tempi brevi ad una profondo cambiamento del Mercato? Per noi non si può continuare a far finta di nulla”. Intanto, a seguito dell’operazione della Finanza qualcosa si è mosso: è stato approvato il regolamento per l’affidamento delle licenze ai commissionari. Per molti è ancora poco: “va cambiato il regolamento generale che risale al ’71”.
Subito dopo l’operazione Rosario Lo Monaco, assessore con delega al mercato al Comune di Vittoria afferma: “Il comune ha approvato il bando per la verifica triennale delle concessioni al mercato e per l’attribuzione di nuove concessioni. Ora, cominceremo ad occuparci del regolamento del mercato, che risale al 1971”.
Ma il mercato di Vittoria non è solo poche regole e furbetti. È molto di più. Qui la mafia è molto più che un’ombra. E la Guardia di Finanza lo ha capito e annuncia un coordinamento con il servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma. Non è sulla stessa lunghezza d’onda Filippo Giombarresi, che rappresenta i commissionari: “Vorremmo chiarire, una volta per tutte, che i concessionari di Vittoria nulla hanno a che fare con la mafia, come si vorrebbe far credere, anzi sono per la legalità e soprattutto per il lavoro”.
L’interesse della criminalità organizzata non può che essere forte in un mercato che conta 74 commissionari e un giro di affari annuo di centinaia e centinaia di milioni di euro.
L’Operazione Sud Pontino della Dda di Napoli, per ultima, ha collegato i tasselli del potere mafioso nel settore ortofrutticolo. Una vera e propria joint venture mafiosa si è formata tra le cassette di ortaggi. Camorra, Cosa Nostra, ‘Ndrangheta e Stidda si sono spartite il settore a suon di minacce e soldi. Ad avere un ruolo principale la Camorra che con la Paganese Trasporti controllava gran parte del trasporto della merce tra i mercati.
L’operazione della Dda di Napoli ha coinvolto pure il Mercato di Vittoria. In alcune intercettazioni è emerso il ruolo di una delle agenzie di trasporto più grande che operano all’interno della struttura commerciale ragusana, la Sud Express dei Di Martino. In una telefonata, del dicembre 2008, Costantino Pagano, titolare della Paganese, uomo dei Schiavone, ordina ad un suo uomo di entrare nel mercato vittoriese con un accordo con la ditta locale. “…Tu devi fare il padrone del camion dentro l’agenzia Di Martino…questi ci tengono a te? …fai il padrone del camion…”. Qualche giorno più avanti la risposta: affare fatto.
I Di Martino hanno un passato opaco. Secondo Carmelo Barbieri, una doppia vita da professore di educazione fisica e da picciotto – oggi pentito – i Di Martino si appoggiavano ad ambienti vicini a Stidda e Cosa Nostra, a seconda della maggiore influenza dei due gruppi nel vittoriese.
Ma sul versante trasporti non c’è solo la Sud Express a far sorgere qualche interrogativo. Sono numerose le ditte che contano all’interno soggetti che in passato sono stati ritenuti vicini agli ambienti mafiosi. Per esempio la Tutto Trasporti amministrata dalla compagna di Raffaele Giudice ritenuto in passato, dal Tribunale di Ragusa, interno al clan “Dominante Carbonaro”. Così come tranquillamente girano all’interno del mercato e delle agenzie uomini con precedenti penali pesanti e parenti di mafiosi.
Dai trasporti all’imballaggio il discorso non cambia. Il sospetto di molti è che attraverso l’imposizione di alcune ditte si paghi il pizzo.
Intanto una riunione della Dda a Catania a discusso del “caso Vittoria”. Dai presenti nessuna dichiarazione ma non si esclude che oggetto della discussione siano stati personaggi mafiosi e meccanismi criminali che hanno infettato il mercato ortofrutticolo più grande del meridione.
Direzione e redazione via Bixio, 34 – Vittoria – Tel: 0932514290 – e-mail: ufficiostampa@comune.vittoria.rg.it Anno V – n. 3 – Maggio – Giugno 2007
UNA CITTÀ ANTIMAFIA
Avviate le azioni civili contro i criminali condannati
Sin dal suo insediamento, questa amministrazione comunale ha avviato una seria ed incisiva politica di contrasto alla criminalità. Lo scorso marzo, ho presentato alla città una iniziativa al contempo simbolica e concreta: l’avvio delle azioni civili per il risarcimento dei danni nei confronti di tutti gli autori di attività criminose che hanno offeso l’immagine e la morale della nostra città.
Il primo atto di citazione è stato firmato a maggio, e punta al risarcimento dei danni, già riconosciuto al Comune dalla Corte d’Assise di Siracusa, nell’ambito dell’operazione antimafia denominata “Squalo”. Abbiamo richiesto, a titolo di risarcimento per i danni morali e patrimoniali subiti dall’Ente, la somma di un milione e centomila euro.
L’azione è stata avviata nei confronti di una ventina di appartenenti al clan Dominante-Carbonaro, un sodalizio mafioso che ha distrutto l’immagine della città, perpetrando decine di omicidi e creando danni economici notevolissimi al mondo commerciale, che per anni è rimasto soggiogato dalle estorsioni. Per Vittoria è arrivata l’ora del riscatto, e non poteva essere altrimenti, perché l’Ente si è intestato la battaglia per la legalità, ponendosi al fianco dei cittadini, dei commercianti, degli operatori economici, che non vogliono più subire l’onta dell’assalto criminale.
Quello firmato a maggio è solo il primo atto di citazione, al quale seguiranno altre azioni giudiziarie. Avvieremo un’azione complessiva per tutti i procedimenti che, dagli anni ’90 in poi, hanno rivelato la rete di crimini che ha offeso la nostra città. Si tratta di una novità rilevante, perché non si tratta più della singola costituzione di parte civile, ma di un’azione sistematica che coinvolgerà almeno quindici procedimenti penali e circa cinquanta condannati per mafia.
Quello che abbiamo avviato è un attacco frontale, diretto e massiccio. Un attacco che sarà anche ampiamente risarcitorio per il Comune. E questo, consentitemi di sottolinearlo, rappresenta un esempio raro, se non unico, nel panorama degli enti locali. Le somme che recupereremo grazie a queste azioni civili saranno destinate alla crescita dei minori e al recupero dei quartieri nei quali hanno vissuto i criminali della città. Siamo convinti che la mafia si combatta così, con i fatti, affiancando alle grandi manifestazioni come quella del 23 gennaio scorso scelte concrete di contrasto al crimine.
Vittoria si prepara a rialzare la testa, pretendendo un risarcimento da chi ha sporcato di sangue le sue strade. Quelle stesse strade dove, dal 29 maggio di quest’anno, campeggiano le tabelle antimafia, che testimoniano la reazione di un’intera comunità, che ha subito una terribile mattanza mafiosa e che oggi risponde con dignità e con determinazione.
E’ sempre nell’ottica della legalità che la scorsa settimana ho voluto incontrare i detenuti vittoriesi ospiti del carcere di Ragusa. Con loro ho Immagini dai Percorsi di legalità discusso delle iniziative che l’amministrazione potrebbe svolgere all’interno della struttura penitenziaria. Con il personale del carcere, ho assunto l’impegno di predisporre progetti utili al reinserimento di coloro che, pagato il conto con la giustizia, vogliano rientrare in un circuito virtuoso.
Il Sindaco
Giuseppe Nicosia
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