giovedì, Novembre 21, 2024
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L’Argentina volta le spalle al peronismo

Alle elezioni presidenziali trionfa il “Berlusconi argentino”

Il 25 ottobre scorso si è svolto in Argentina il primo turno delle elezioni presidenziali. La presidente uscente Cristina Kirchner, in carica per due mandati, non poteva più essere rieletta.

I tre favoriti erano di origini italiane: Scioli candidato dell’ala kirchnerista, Macri della lista civica liberale Cambiemos e infine Macri, dissidente peronista.

La settimana precedente alle elezioni, Buones Aires sembrava una città assopita: qualche dibattito in tv, nessun comizio, pochi manifesti elettorali. Solo quattro giorni prima delle elezioni, le segreterie dei vari partiti hanno presentato il programma dei candidati nei vari quartieri. La città si è risvegliata: strade affollate da pullman di ogni genere, famiglie provenienti da sperduti sobborghi e interminabili tavoli di asado de chorypan (pane e salsiccia), il premio per coloro che si prestavano a partecipare a queste “gite” elettorali. Più che comizi erano dei piccoli spettacoli folcloristici.

Il giorno delle elezioni, per gli argentini è stato un giorno di festa. Lo ha dimostrato l’affluenza alle urne, molto alta. Scioli e Macri sono andati al secondo turno.

Il risultato del ballottaggio ha ribaltato la storia dell’Argentina: dopo dieci anni di kirchnerismo e peronismo, si torna a una politica liberale con Macri.

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