L’altro ieri a Istanbul
Lezione di democrazia
Il clima a Gezi Park è gioioso e pieno di speranza: c’è chi canta, chi legge, chi intona cori per chiedere le dimissioni di Erdoğan, chi discute sul da farsi perché la protesta produca dei risultati concreti, chi disegna vignette satiriche, chi formula slogan arguti, chi gioca a pallavolo. I protestanti si organizzano per pulire il parco ed aiutano gli operatori ecologici che giornalemente portano via l’immondizia. Chi può porta da mangiare, ed il cibo viene distribuito gratuitamente. Ci sono un centro medico, uno veterinario ed uno ricreativo per i bambini dei manifestanti, una biblioteca ed un’area con la televisione per chi la notte non riesce a dormire.
Laddove la stampa non ha fatto il proprio dovere, i giovani turchi hanno usato i social media, prontamente demonizzati da Erdoğan, per mostrare al mondo cosa sta succedendo.
In un Paese diviso e polarizzato, dove il 70% della popolazione è al di sotto dei 30 anni, sono stati proprio i giovani a dare una lezione di democrazia ed un messaggio inclusivo ed apartitico, che mira solo ed esclusivamente a combattere ogni forma di fascismo ed a promuovere i diritti umani, dell’ambiente e la libertà di espressione.
È la prima volta che così tanti turchi si uniscono per chiedere una sana democrazia che ascolti le voci del dissenso. Comunque vada a finire con il Gezi Park, questa è già una vittoria storica.