La strana munnizza di Paternò
Salta la gara-ponte per l’affidamento biennale del servizio rifiuti in città
Lo scorso lunedì (22 ottobre) nella città di Paternò, attraverso la determinazione n° 65, Eugenio Luigi Ciancio, dirigente dell’ufficio gare del settore C.U.C. (Centrale Unica di Committenza), ha annullato in autotutela la procedura negoziata per l’affidamento del servizio di igiene urbana per la gestione dei rifiuti solidi urbani ed assimilati, indetta lo scorso 24 agosto.
Ciò significa che la cosiddetta gara ponte (che aveva lo scopo di affidare in maniera stabile ad una ditta il servizio di raccolta dei rifiuti per i prossimi due anni) è stata annullata. Le motivazioni di questa scelta si leggono nella stessa determina: una delle 5 ditte partecipanti ha presentato un esposto al T.A.R. (Tribunale Amministrativo Regionale), in quanto nel verbale della manifestazione d’interesse sono stati indicati i nominativi dei soggetti partecipanti alla procedura d’affidamento, con palese violazione dell’art. 53 del Codice Contratti. Questo articolo nasce per la salvaguardia della libera concorrenza, in quanto la conoscenza dei nominativi dei candidati potrebbe potenzialmente favorire accordi tra gli stessi o, peggio, consentire pressioni e minacce da parte di terzi. Il verbale viene inviato tramite procedura telematica alle 5 ditte che hanno risposto alla manifestazione d’interesse in data 24 settembre; viene stabilito che il termine ultimo per la presentazione delle offerte è il 5 di ottobre: fino a questa ultima data le ditte candidate all’aggiudicazione dell’appalto, secondo la legge, devono rimanere segrete, ma qui nasce l’inghippo. Infatti, nelle lettere inviate dalla Commissione ai candidati il 24 settembre figurano già i nomi delle 5 aziende che hanno risposto alla manifestazione d’interesse indetta dal comune.
L’annullamento è stato compiuto, come prima specificato, in autotutela: il comune ha riconosciuto l’errore determinando così l’annullamento al fine di evitare inutili procedure legali che avrebbero soltanto allungato di molto i tempi per l’espletamento della gara e che avrebbero, inoltre, riconosciuto in errore l’ente paternese.
Nel documento dell’ufficio CUC si legge che con successivo provvedimento si procederà all’indizione di una nuova procedura per l’affidamento del servizio. Un atto dovuto, ma che non risolve sicuramente il problema di partenza: si conoscono ormai i nomi delle 5 ditte che hanno avanzato la propria candidatura, alla luce di ciò chi vorrà agire in mala fede potrà tenersi pronto in attesa della prossima procedura d’affidamento.
Nel frattempo, il comune di Paternò vive una situazione anomala. Collassata la mangiatoia del sistema ATO, la cittadina iblea sotto la guida dell’ex sindaco Mangano ha attraversato un anno di assestamento, durante il quale a gestire il servizio fu la Nuova Spurghi Jet srl (che si ricorda per la vicenda del cosiddetto “protocollo manomesso”, ma questa è un’altra storia). Successivamente l’ex sindaco avviò una gara pubblica della durata di due anni. Era il 2014 e la ditta vincitrice era la stessa che ancora oggi gestisce il servizio: dopo la scadenza del contratto biennale nel 2016, la Dusty srl ha continuato a lavorare per il comune sotto emergenza, con una proroga ogni sei mesi, in attesa di un bando di gara che non venne mai realizzato, fino ad oggi…
In assenza di un piano regolare tutto viene gestito in emergenza. Ma quanto tempo può durare un’emergenza? Questo sistema ormai rodato e ben oliato, fino ad ora, chi ha favorito e come (di certo non le casse dell’ente comunale né tantomeno i cittadini/contribuenti)? Le mafie, sempre attive nel campo rifiuti, hanno sfruttato questa totale assenza di programmazione e normalità? O forse, a differenza di tutti gli altri comuni etnei, Paternò ha sviluppato particolari anticorpi contro il sistema mafioso degli appalti?!