La solidarietà non va in vacanza con o senza il virus.
“Il fatto di avere in classe alunni di altre etnie o provenienza, li ha portati, sin da piccoli ad essere abituati alla diversità” spiega la dirigente scolastica Adriana Battaglia della scuola Gabelli di Misterbianco.
Cartelloni gialli, blu e verdi colorano i grandi corridoi e raccontano i viaggi passati: dalla Spagna fino alla Germania, sin da piccoli i ragazzi fanno esperienze interculturali confrontandosi con altre realtà, che siano cento o mille chilometri di distanza.
“Questo è stato possibile grazie al nostro spirito di accettazione e condivisione. Il nostro istituto accoglie bambini e ragazzi, dalla scuola dell’infanzia fino alle medie. Ad esempio tra i più piccoli abbiamo nigeriani e cubani; ci sono veramente tante etnie. Io dico che, molto influisce l’educazione data dai genitori, hanno fatto un ottimo lavoro: i ragazzi in classe vivono con serenità tra loro, senza neanche accorgersi del colore della pelle o della diversa etnia o della diversa abilità” continua la preside, dietro la scrivania ingombrante ed ordinata, con le dita intrecciate.
In provincia di Catania uno dei carnevali più conosciuti è proprio quello di Misterbianco: “È un’occasione per aiutare il territorio a prendere atto della diversità che di fatto esiste nel mondo; per i bambini è una festa, il tema è “I popoli e la storia del mondo”. Proprio per la sua importanza, quest’anno la comunità cinese, in segno di amicizia, desiderava ospitare una delegazione del carnevale di Misterbianco ad Hong Kong per il capodanno cinese” – dice la preside con un filo di voce, il corona virus ha stravolto i piani – “Arrivati lì quando ha cominciato a diffondersi il virus loro, per eccesso di zelo, hanno preferito rientrare subito” questo ha suscitato delle preoccupazioni nella comunità misterbianchese, ma la giusta comunicazione ha dato un esito positivo.
“Io sento di avere delle responsabilità, di fronte alle ansie, motivate o immotivate dei genitori, ritengo che la giusta informazione sia importante. Se io liquido il genitore in maniera superficiale, il timore gli resta, se io invece spiego e analizzo insieme a loro le paure, è costruttivo.”