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La Relatività è relativa? Uno sguardo indiscreto

È possibile che una particella si muova con velocità maggiore di quella della luce nel vuoto? E’ una domanda che si pongono diversi fisici. Gli esperimenti del Gran Sasso hanno riaperto una questione che non riguarda solo i fisici. Vediamo di che si tratta, e perché è così importante.

“Come la luce rapida Piove di cosa in cosa…” A.MANZONI

Il quotidiano Il Giornale del 22 settembre 2011 a pag. 31 riporta un’intervista al Prof. Antonino Zichichi. “ Qui gira la voce di una scoperta straordinaria” – dice Zichichi – “… I neutrini prodotti al Cern arrivano nei laboratori del Gran Sasso prima di quanto impiegherebbe un raggio di luce… Se venisse confermata sarebbe la scoperta del secolo … Anzi la più grande scoperta da quando Galilei incominciò a studiare la logica che regge il mondo …”. Il modo di porgere la notizia è inconsueto: di solito la comunicazione di un risultato del genere viene data in una nota sottoposta per la pubblicazione a una rivista specializzata. Il 23 settembre quasi tutti se non tutti i quotidiani riportano la notizia, talvolta con un linguaggio pittoresco: “ Quand Einstein vous dit merde! “ è il titolo che compare su Le Figaro; lo stesso giorno 155 ricercatori, tra i quali il Prof. Antonio Ereditato, coordinatore del gruppo OPERA dei 185 che hanno collaborato per misurare la velocità dei neutrini veloci, hanno pubblicato una relazione (static.arxiv.org/pdf/1109.4897.pdf); gli altri 30 non hanno voluto che i loro nomi comparissero tra quelli degli autori (si veda su Google: “ Neutrini, il dissenso dei trenta “). 

Una delle principali ragioni della diffusa perplessità nei confronti del risultato citato, ottenuto dal gruppo OPERA, è che molti fisici, tra i quali Zichichi, ritengono che se esistessero segnali che si possono propagare ad una velocità maggiore di quella della luce nel vuoto, allora verrebbe a cadere il principio di causalità. Sarebbe questa una conseguenza della teoria della relatività ristretta, che oggi è generalmente considerata un pilastro della fisica. Nell’intervista già citata, alla domanda dell’intervistatore, che chiede: “ E perché questa scoperta sarebbe così importante?” Zichichi risponde: “ Per il semplice motivo che farebbe saltare uno dei pilastri fondamentali su cui si regge la nostra fisica …. il principio di causalità … Il povero Cavaradossi morì dopo che i fucili del plotone di esecuzione spararono. Non prima che i fucili sparassero. Il principio di causalità dice che l’effetto non può precedere la causa … “.

Oggi la maggior parte dei fisici la pensa come Zichichi; la maggior parte, ma non la totalità, come invece sembrano accreditare i mezzi di comunicazione di massa, che ignorano posizioni diverse espresse prima dell’esperimento del gruppo OPERA: si vedano il discorso tenuto da Quirino Majorana all’Accademia delle Scienze di Bologna nel 1951 (itis.volta.alessandria.it/episteme/ep2majo.htm), la nota di Erasmo Recami: “Breve Reply all’articolo <<Più veloci della luce?>> di F.Selleri” (dinamico2.unibg.it/recami/erasmo%20docs/SomeOld/ReplyToSelleriNSagg.pdf), l’articolo di Franco Selleri che si trova su www.fisicamente.net/FISICA/saggiatoreparadossogemelli2.pdf , nonché il libro di Selleri “La Relatività Debole – La Fisica dello Spazio e del Tempo senza Paradossi ”, Edizioni Melquìades, ISBN 978-88-62 18-711-4, finito di stampare nel mese di giugno 2011. Questi quattro riferimenti sono solo una piccola parte di quelli che si potrebbero citare.

Vari Autori hanno espresso punti di vista diversi e talvolta discordanti circa le ragioni per le quali l’esistenza di segnali che si propagano con velocità maggiore di quella della luce nel vuoto non implicherebbe la violazione del principio di causalità e sarebbe impossibile in questa sede darne una sintesi. Il fatto che su questioni fondamentali della fisica esistano posizioni contrastanti, alcune di maggioranza e altre di minoranza, spesso sostenute vivacemente, non deve destare sorpresa o preoccupazione; deve invece destare preoccupazione l’ atteggiamento intimidatorio di una parte della maggioranza nei confronti della minoranza denunciato da Stephan J.G. – The University of West Indies, Trinidad e Tobago – nella sua prefazione al libro di Selleri. Stephan scrive : “ Nonostante le considerevoli e spesso stringenti argomentazioni contro la teoria [della relatività ristretta e della relatività generale] da parte di molti soggetti credibili, l’ establishment scientifico ha costantemente rifiutato queste obiezioni con vari livelli di vetriolo e vilipendio. Louis Essen disse che la sua carriera fu minacciata quando si rivolse chiaramente contro la Relatività e dovette aspettare il suo ritiro per poterla criticare, a Stephen Crothers fu negata la possibilità di completare la sua tesi di dottorato perché osò pubblicare degli argomenti convincenti contro i sacri risultati della Relatività Generale. I dissidenti, indipendentemente dalla loro qualifica o dalle loro affiliazioni, vengono per lo più trattati come degli eccentrici o degli “svitati” che non capiscono la teoria e vengono così spinti ai margini dell’impresa scientifica. Ancora oggi le più diffuse riviste scientifiche sono solite rifiutare scritti critici sulla Relatività. Ignorano l’avvertimento di Mendal Sachs secondo il quale noi non dovremmo accettare la verità scientifica come una verità ultima.”

Il 19 novembre 2011 è apparsa la notizia (La Sicilia, pag. 10, sotto il titolo: “Nuove Conferme – Neutrini superveloci in altri test”) di nuovi risultati ottenuti dal gruppo OPERA con maggiore precisione rispetto a quelli pubblicati il 23 settembre. I nuovi risultati, che sono stati già pubblicati, confermano che sono state osservate velocità dei neutrini maggiori della velocità della luce nel vuoto. La rilevanza di tale fatto sulle conoscenze fisiche richiede molta prudenza, per evitare di basarsi su dati viziati da errori. Perciò non resta che aspettare i risultati di altri gruppi.

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