La “nuova” Sicilia di Mario Ciancio
“Cambiare tutto per non cambiare niente”, diceva il Gattopardo. Così a Catania: il lupo perde il pelo ma non il Ciancio…
La Sicilia, giornale di Mario Ciancio sequestrato per mafia nel settembre 2018, esce in un nuovo formato Tabloid e con un prezzo di venti centesimi superiore al passato, un euro e cinquanta. La nuova versione sembrerebbe essere adottata per motivi finanziari e di rinnovamento del giornale. La redazione rivendica che il nuovo formato sia stato pensato negli anni precedenti. L’Amministratore giudiziario lascia intendere che il nuovo formato è legato a una nuova spinta data dalla gestione commissariale al giornale e il prezzo maggiorato è legato alle difficoltà economiche del giornale.
L’editoriale di Antonello Piraneo, ex capo redattore de La Sicilia di Ciancio e promosso a direttore dopo il sequestro, non lascia adito a dubbi. “Il giornale cambia formato, grafica, ma non connotati. Siamo sempre noi”. “Cambiamo perché è il mercato, è il tempo a chiedercelo”. “Affianchiamo alla credibilità ereditata negli anni un impegno rinnovato”. Per fare in modo che tutto resti com’è, c’è bisogno che tutto cambi.
Nella stessa nuova prima edizione de La Sicilia formato Tabloid, la pagina di Catania si apre con una lunghissima intervista al Sindaco di Catania, Salvo Pogliese, a un anno dalla sua elezione. L’intervista riportata in due intere pagine, è in realtà il report del forum svolto qualche ora prima dal Sindaco presso la redazione de La Sicilia. Le foto a corredo dell’intervista testimoniano l’incontro del Sindaco con buona parte della redazione del giornale. Al forum presso La Sicilia ha partecipato Domenico Ciancio, figlio di Mario Ciancio, e dipendente del giornale. Domenico Ciancio è coinvolto nel provvedimento di sequestro del patrimonio del padre, per questo all’indomani del sequestro si dimise dal ruolo di vice-direttore del giornale. Lo stesso Mario Ciancio frequenta il palazzo de La Sicilia e fa gli onori di casa quando arrivano gli ospiti.
Come sia possibile che gli amministratori giudiziari consentano tali presenze e come sia possibile che il Tribunale non intervenga per censurare tali comportamenti, sono le domande che ci facciamo, sperando che qualcuno risponda.