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MILITARI SOMALI IN ITALIA LI ADDESTRA LA “FOLGORE”

Un mese di training in Italia per fare la guer­ra ai miliziani al-Shabab in Corno d’Africa. Da qualche giorno, una trentina di militari somali sono ospiti a Livorno per partecipare a un “corso di scorta, protezione ravvicinata e anti-terrorismo” che li abiliterà a guardie del corpo dei leader di governo e delle forze armate del martoriato paese africano. Ad addestrare il personale somalo in alcuni poligoni della To­scana ci sono gli incursori del 9° Reggimento d’Assalto “Col Moschin”, reparto d’eccellenza della Brigata Folgore. Queste attività rientrano nel programma di cooperazione italo-somalo, avviato dopo la firma a Roma, nel settembre 2013, di un Memorandum nel setto­re Difesa e gli accordi messi a punto con la vi­sita a Moga­discio, il 10 ottobre 2014, del Capo di stato maggiore, ammiraglio Luigi Bi­nelli Mantelli.

I militari “ospiti” a Livorno avevano frequen­tato nei mesi scorsi i corsi di addestramento basico per la fanteria curati da EUTM Soma­lia, la missione addestrativa che l’Unione eu­ropea ha attivato nell’aprile 2010 in collega­mento con il Comando militare statunitense per il continente africano (US AFRICOM) ed AMISOM, la missione militare dell’Unione afri­cana in Somalia. Schierata inizialmente a Kampala, EUTM Somalia avrebbe dovuto operare per non più di tre anni, ma nel genna­io 2013 il Consiglio Europeo ha deciso di estenderla sino al 31 marzo 2015, stanziando 11,6 milioni di euro e ampliandone i compiti alla “consulenza politico-strategica” e all’adde­stramento specializzato delle forze governati­ve in “attività anti-insurrezione e anti-terrori­smo e al combattimento in ambiente urbano”. Nella seconda metà del 2013 la missione Ue ha trasferito il quartier generale a Mogadi­scio.

La missione Ue vede schierati in Somalia 125 militari di 10 paesi (Italia, Germania, Sve­zia, Ungheria, Spagna, Belgio, Finlandia, Olanda, Portogallo e Serbia). Dal 15 febbraio il comando della missione è affidato al gene­rale Massimo Mingiardi, vice comandante del­la Scuola di fanteria di Cesano ed ex coman­dante della brigata “Folgore”. L’Italia fornisce oltre il 60% del personale EUTM: un’ottantina di militari provenienti dal 186° Reggimento della “Folgore” e alcuni addestratori specializzati dell’Esercito e dei Carabinieri.

I corsi addestrativi EUTM hanno preso il via a fine febbraio, col compito di formare i militari somali destinati ad addestrare le future reclute del Somali National Army (SNA). La missione europea ha pure organizzato corsi specialistici per ufficiali e sottufficiali dell’esercito somalo e per le forze di polizia. Particolare enfasi è data alle attività d’intelligence e di contrasto delle milizie armate al-Shabab, ritenute vicine ad al-Qaeda e, dei flussi migratori tra il Corno d’Afri­ca e l’area mediterranea.

Ad agosto, i parà della “Folgore”, insieme ad alcuni “consiglieri” militari statunitensi, han­no condotto un corso addestrativo al combatti­mento in ambiente urbano per 250 militari so­mali. “L’attività è volta a potenziare le capacità operative necessarie all’esercito somalo affin­ché possa sconfiggere i gruppi terroristi e ga­rantire la sicurezza nazionale”, ha spiegato il generale Massimo Mingiardi. Il corso ha coin­ciso con l’addestramento fornito dalle forze ar­mate statunitensi a due compagnie delle forze speciali somale nelle “attività contro insurre­zione e anti terrorismo”.

Nonostante Usa e Ue abbiano intensificato il proprio impegno a favore delle forze armate somale, il generale Mingiardi ha chiesto a Bruxelles ulteriori risorse finanziarie e umane. “Aiutare la Somalia a ricostruire le sue forze armate è una missione importante e impegna­tiva”, ha dichiarato ad Adnkronos.

Dal 22 settembre, due velivoli-spia a pilo­taggio remoto “Predator” del 32° Stormo dell’Aeronautica militare, di stanza ad Amen­dola (Foggia), sono stati schierati a Gibuti nell’ambito della missione antipirateria dell’Unione europea “Atalanta”. I “Predator” vengono impiegati tuttavia per altre attività di sorveglianza e ricognizione a terra, anche a favore delle forze governative somale in lotta contro le milizie vicine ad al Qaeda. Il 3 otto­bre ha preso il via in Somalia anche la missio­ne di addestramento “MIADIT” dell’Arma dei Carabinieri. Una trentina d’istruttori dell’Arma sono impegnati in un percorso formativo di 12 settimane con 150 agenti della polizia somala. La missione, spiega il colonnello Paolo Pelosi, comandante di MIADIT, è “volta a favorire la stabilità e la sicurezza della Somalia e dell’intera regione del Corno d’Africa, accre­scendo le capacità nel settore della sicurezza e del controllo del territorio da parte delle for­ze di Polizia somale”.

A.M.

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