“La nostra scuola cade a pezzi” la protesta del Galileo Galilei
Qui il comunicato integrale delle studentesse e degli studenti del Liceo Scientifico Galileo Galilei di Catania:
“Vogliamo essere travolti dalle nostre idee e non dal soffitto. Noi, studenti del Galilei, stiamo protestando da due giorni perché siamo stanchi e indignati della situazione che si protrae ormai da numerosi anni. Siamo stanchi di non essere ascoltati e ascoltate come tutti gli studenti e studentesse della provincia che si ritrovano in classi inagibili.
I motivi che ci hanno spinto a mobilitarci sono stati i seguenti avvenimenti:
• La caduta di un pezzo dalle dimensioni di un pugno da un muro in data 25/11/2022 che ha sfiorato la testa di uno studente che, con la forza con cui il pezzo ha spaccato lo scalino in marmo a lui sottostante, gli avrebbe provocato una ferita mortale;
• Le infiltrazioni d’acqua nelle classi 1L ( in cui l’acqua è arrivata a spargersi in tutto il pavimento), 5B e 4Q presenti da alcuni anni ma che in questi giorni si sono aggravate;
• Le condizioni ancor più precarie dei servizi igienici del secondo piano del plesso vecchio, colpite da cedimenti strutturali e infiltrazioni d’acqua;
• Il danneggiamento del sistema elettrico della 2L e della 1L causato dalle ennesime infiltrazioni d’acqua. Ciò non permette l’utilizzo delle luci delle due classi;
• L’assenza di plafoniere nella 3O, la classe vittima del crollo della plafoniera dell’anno scorso, che, rimosse perché pericolanti, non sono state ancora sostituite;
• L’intonaco crollante delle pareti delle classi 4B, 3L e 4M;
• Lo stato di degrado della parte sommitale delle pareti esterne del plesso nuovo e vecchio sotto le quali passano tutti gli studenti del Galilei ogni giorno. L’anima in ferro del cemento armato è esposta da ormai un anno e sprovvista di alcuna protezione.
Alcune di queste classi continuano a fare lezione nelle sopracitate aule continuando regolarmente, ma irregolarmente a livello di norme di sicurezza, mentre altre sono state spostate nei laboratori, non rendendoli così disponibili per la scuola e che tra l’altro non sono adibiti alle lezioni in classe. Noi ci rifiutiamo di entrare in una scuola in queste condizioni in quanto nessuno ci può garantire la nostra sicurezza. Troviamo assurdo ritrovarci a protestare nuovamente a distanza di un anno. Troviamo assurdo il disinteresse della Città Metropolitana di Catania e del Ministero dell’istruzione e del merito che si focalizza più sul merito che sulla nostra incolumità. Ci appelliamo quindi a tutti gli studenti e studentesse della provincia, della regione e della nazione intera, a tutti coloro che hanno riscontrato questi disagi affinché ci aiutino nella nostra lotta. Ci appelliamo ai professori, dirigenti scolastici e al personale scolastico: sensibilizzate sulla tematica e continuate ad aiutarci come avete fatto giustamente fatto fin’ora e ancor di più. Studenti e lavoratori non combattono battaglie diverse ma la stessa lotta per una scuola sicura. Ci appelliamo infine a tutti gli organi di competenza: Comune di Catania, Città Metropolitana di Catania, Regione Sicilia, Prefettura e Procura della Repubblica, Ministero e Governo. Non continuate a ignorarci, è un nostro diritto e dovere andare a scuola, ma è un vostro dovere garantire la sicurezza e la serenità all’interno di essa.
Gli studenti e studentesse del Galilei”.
Qui la dichiarazione della Rete degli Studenti Medi:
“Sono anni che noi studenti tutti e lavoratori della scuola richiediamo risposte e interventi che non sono mai arrivati. – Dichiara Vittoria Commendatore, Rappresentante di istituto con Adelante Galilei e militante della Rete degli Studenti Medi- Non è accettabile vivere in queste condizioni, che sia il Galilei o qualsiasi altra scuola, noi studenti TUTTI pretendiamo un cambiamento.
Le scuole ci ospitano per sei ore e più al giorno ed è inammissibile che uno studente debba avere paura a far ingresso in un luogo che dovrebbe formarlo come cittadino del domani in totale sicurezza.
Non possiamo pensare ad una scuola 4.0 senza le fondamenta.
Non possiamo accettare altra negligenza.
Nessun merito a questo ministero che si preoccupa più di portare avanti vecchie idee per vecchi modelli piuttosto che pianificare una seria riforma della scuola che preveda, anzitutto, ingenti investimenti sull’edilizia.”