Catania, quella che costruiamo ogni giorno
C’è il vulcano grigio-marrone con tanto di crateri. E poi la pianura verde e il mare di tante tonalità di azzurro nella città di carta pesta che stiamo costruendo al Gapa, durante Scuola e Libertà, con i bambini.
La città che stiamo costruendo insieme a San Cristoforo, giorno dopo giorno, non è solo di carta pesta. La nostra è una famiglia più grande in cui le cose si fanno e si imparano insieme. Giocando, divertendoci, ma anche rispettando le regole. Compresa quella di non darsi coppa.
C’è una scritta col gesso rosso sulla lavagna, dentro un cuoricino “Grazie a tutto il Gapa“. E poi c’è il bigliettino che ha scritto Alessandro, nove anni, incuoricinato anche questo. Lo abbiamo appeso alla bacheca come un trofeo “Grazie per quello che fate”.
E poi ci sono le mamme che si chiedono come mai a scuola i bimbi non vogliono andarci, e al Gapa vogliono venirci anche quando piove. C’è F. che ha sei anni e non riesce a stare fermo. G. ne ha otto ed è suo zio. Neanche lui riesce a stare fermo ma legge benissimo, capisce in fretta ed è sempre tra i primi a finire i compiti. Ma fermo no.
Poi c’è S., sei anni anche lei. Ma sembra una piccola mamma “oggi non ci sono andata a cuola perché ho fatto compagnia a mia mamma in tribunale”. Fa disegni in continuazione.
“Ma che belle bamboline!”.
“Non sono bamboline.” spiega “Questo è un ragazzo che sta scippando la borsa a questa signora qua.” – la indica col ditino e poi chiede – “Non la vedi la borsa?”.
“Ma alla fine il ragazzo se ne scappa o la signora riesce a riprendersi la borsa?”.
“Scappa, e lei piange” dice seria “ma comunque ora lo ritaglio e te lo regalo questo disegno. Sei contenta?”.
“Ma grazie S.! Certo che sono contenta”.