La marcia degli scalzi approda anche a Catania
“E’ arrivato il momento di decidere da che parte stare!”
La marcia delle donne e degli uomini scalzi è giunta sino a Catania, rimbombando come un’eco in almeno altre 60 città italiane. L’iniziativa è stata lanciata da personaggi della cultura e del volontariato che l’hanno promossa attraverso i social network dandosi appuntamento a Venezia, dove è in corso la Mostra del Cinema.
Alle ore 17 dell’11 settembre sulla prima spiaggia libera di Catania non vi era nessun red carpet ma sulla passerella in legno hanno sfilato numerosi uomini, donne e bambini scalzi per dire sì al diritto d’asilo per i rifugiati di guerra.
La spiaggia è stata scelta non tanto perché è un luogo comodo su cui potere camminare scalzi ma perché per molti profughi rappresenta la meta di salvezza finale.
Durante la passeggiata un artista di colore ha intonato canti del suo paese originario che hanno fatto da filo conduttore tra una storia e un’altra raccontate da chi ce l’ha fatta ad approdare sulla terra ferma.
“Io non ho deciso di dirigermi in Europa per la sua bellezza, ma perché nel mio paese c’è in corso una dittatura militare. I miei genitori sono morti, e quando io ho deciso di imbarcarmi è stato con la speranza di poter continuare gli studi qui e vivere una vita migliore” dice un ragazzino diciottenne, con l’espressione del volto ormai disincantata ma cosciente della fortuna di essere ancora vivo.
“Non è per niente bello vedere morire i propri fratelli in mare senza poterli nemmeno aiutare. Prima di giungere in Europa sono stato costretto a fare altre tappe in altre città del mondo: in Burkina Faso ho subito delle torture solo perché non avevo soldi da offrire per poter essere accolto” aggiunge un altro ragazzo appena ventenne.
Alla manifestazione erano presenti anche molti bambini con cartelli di “benvenuto” scritti in molte lingue del mondo. Ad un certo punto affossavano le manine nella sabbia giocando come dovrebbe poter fare qualsiasi bambino… se solo potesse.
Alla luce degli ultimi episodi accaduti in tutta Europa, una simile manifestazione è senz’altro un segnale per far sentire la voce dei popoli a chi li governa, anche se il rischio di strumentalizzazione è sempre in agguato.
“E’ arrivato il momento di decidere da che parte stare” è lo slogan degli scalzi, ma per decidere da che parte stare è risaputo che non basta alzare la voce ed è per questo che si continuerà ad insistere su 4 punti ben precisi: un’accoglienza degna e reale per tutti, la certezza di corridoi umanitari sicuri, lo smantellamento di tutti i luoghi di detenzione dei migranti e soprattutto il superamento del regolamento di Dublino e la creazione di un sistema unico di asilo in tutta Europa.
Sperando che tutto ciò non rimanga solo una bella coreografia di fine estate, non ci si può che auspicare che camminare accanto ai profughi possa portarci un po’ più in là, in qualche punto dove potersi riscoprire umani…