La madre di tutte le cementificazioni
Progetto “utile allo sviluppo” o gigantesca speculazione edilizia?
Il PUA (Piano Urbanistico Attuativo) Catania Sud è il proseguimento del Patto Territoriale Catania Sud promosso dal Comune nel 1996, dall’amministrazione Bianco, i cui primi interventi hanno interessato la zona del centro storico e il litorale della Playa. Con il Patto territoriale sono state realizzate nella zona della Playa: tre strutture ricettive e un Palazzo del Ghiaccio.
La delibera fu predisposta e approvata nel 2002, vicesindaco Raffaele Lombardo, dopo la riperimetrazione dell’Oasi del Simeto, decretata dall’allora assessore al Territorio e Ambiente Bartolo Pellegrino, prima delle sue vicissitudini giudiziarie e pubblicata nella Gurs del 24/05/2002.
Il P.U.A. comprende una vasta area di circa 5,300 Ha, che dal porto si estende nella zona sud della città attraverso tutto il litorale della Plaia e raggiunge i confini dell’area di sviluppo industriale.
Il Progetto che si è aggiudicato la realizzazione del PUA, l’unico presentato, è stato quello della società “Stella Polare”: esso è stato approvato (con una cementificazione superiore a quella prevista nel 2009) ad aprile, in piena campagna elettorale, come ultimo atto del consiglio comunale uscente. Prevede un’area espositiva, un acquario, un centro congressuale da 11.860 mq, un centro commerciale, un centro fitness, un polo-intrattenimento con pista go-kart, laser games e bowling, punti di ristoro, un cine multisala da oltre 2000 posti, e una vasta area riservata a strutture ricettive. E poi ancora strade, parcheggi multipiano e altre gettate di cemento.
Sempre sui terreni di Ciancio…
Le maggiori forze politiche, i costruttori, gli speculatori, i sindacati, il quotidiano locale di proprietà dell’editore Mario Ciancio – proprietario di gran parte dei terreni in cui insiste il Pua – spingono per la realizzazione del Piano sostenendo che porterà lavoro e sviluppo.
Ma dopo 15 anni si può dire con certezza che le opere realizzate nella zona Sud nell’ambito del Patto Territoriale non hanno inciso assolutamente sullo sviluppo economico di Catania.
Strutture scarsamente utilizzate
Le strutture ricettive sono scarsamente utilizzate, sorgono in una zona che non è servita adeguatamente dai trasporti pubblici e non hanno accesso diretto al mare: usufruiscono della spiaggia solo tramite convenzioni con gli stabilimenti balneari.
La sentenza n° 139/14 del 18.08.2014 che condanna in primo grado Raffaele Lombardo per concorso esterno in associazione mafiosa, evidenzia, tra l’altro, che la realizzazione del Pua è parte di un “modus operandi ampiamente collaudato” che prevede “l’acquisto di aree a destinazione agricola di rilevante estensione, della successiva presentazione di progetti per la realizzazione di parchi commerciali e di zone residenziali e della contestuale approvazione delle necessarie varianti urbanistiche, con il conseguente, esponenziale incremento del valore di mercato dei terreni acquistati”.
Il “modello operativo” sotto accusa
Il Giudice continua ponendo l’accento “sulla reiterazione di tale modello operativo in ben quattro occasioni”, “a tali progettazioni deve altresì aggiungersi quella per la realizzazione” di varie “strutture polifunzionali nella zona della Plaja ad opera della società Stella Polare…”.
Progettazione infine da realizzarsi, ancora una volta, sui terreni del Ciancio che originariamente avevano un’altra destinazione urbanistica.”
Anche per ciò il Giudice dispone la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica di Catania con riferimento a Ciancio Sanfilippo Mario per le determinazioni di competenza.
Il Pua insomma – come da tempo era chiaro – non è un progetto utile allo sviluppo e agli interessi collettivi, ma una speculazione finanziaria ed edilizia a vantaggio di privati.
Una denuncia di Claudio Fava
GLI IMPRENDITORI, I POLITICI E GLI AFFARI DEGLI ERCOLANO
Secondo la prefettura di Catania, la “Sud Trasporti” di Angelo Ercolano, cugino e nipote dei boss una delle più sanguinarie cosche catanesi, avrebbe i requisiti per far parte della “white list” per gli appalti, pur essendo stata colpita – pochi mesi fa – da un sequestro preventivo della Procura per un giro di false fatturazioni da cinque milioni. “L’episodio – ha denunciato il vicepresidente della Commissione antimafia Claudio Fava, di recente minacciato di morte proprio dalla cosca Ercolano – ricorda nella sua gravità la recente decisione, per fortuna revocata, di togliere dal regime del 41 bis il cugino di Angelo, il capomafia Aldo Ercolano, nonostante la DIA continui a ritenerlo il reggente della cosca mafiosa dei Santapaola. Sembra che una parte delle istituzioni imprenditoriali e politiche di Catania continui a manifestare una intollerabile e incomprensibile subalternità nei confronti della famiglia Ercolano che ha segnato nel sangue, è bene non dimenticarlo, la storia di Cosa Nostra in quella città”.