La Libbertà
“Mia madre diceva: “impara tutto ciò che puoi, se non sai fare niente sei la prima a cadere”
Siamo in cucina, vicino al terrazzino con le piante…
– Ho imparato l’economia domestica, a lavorare l’uncinetto, a cucire e a ricamare. Grazie al lavoro sei libera di fare ciò che vuoi, quando lavori non hai bisogno che qualcuno ti sorregga, non è la più bella cosa che c’è?
– Come passi le giornate? Ci sono momenti in cui ti senti sola?
– Nei paesi la vita è sempre uguale, devi adeguarti. Chi c’è ca? Nenti. Io sola non sono, ho le mie amiche, i miei passatempi e le mie giornate passano velocissime. Mi sono costruita un mondo perfetto per me, su misura. Sono sola ma non mi sento sola.
– Come vivi la tua casa?
– Sto bene a casa mia. C’è ‘cchiu bellu da ma casa? La tua casa è a megghiu di tutti, macari ca è na stanza, però è tua, hai la libertà di muoverti come vuoi. Quando stai bene nella tua casa vuol dire che stai bene con te stessa. Il disordine è un caos che riflette la tua mente, vuol dire che la tua vita è disordinata macari.
– Come mai non ti sei sposata?
– Non m’interessa sposarmi, per me significa perdere la metà di te stessa. Mi pare una privazione. Mio papà era geloso, se diceva no era no. Il matrimonio è un’altra gabbia: esci dall’autorità dei genitori per entrare in quella del marito che poi vorrà comandare. Alcuni uomini sono ragionevoli, ma ci sono quelli che vogliono fare i padri-padroni. Mi piacciono i bambini ma non sento la mancanza dei figli, questi problemi non mi interessano.
– Hai mai sentito pressioni per le tue scelte?
– Me ne fregavo perché la vita è mia. Ci ho provato, mi sono fidanzata due volte: una volta è durata dieci giorni e una volta un mese. Volevano già comandare. E io ci dissi “Io non mi nascondo”, mentre certune si mostrano dolci anche se non è il loro carattere. “Se ti sta bene, va bene, se no te ne puoi andare”. Non gli piacevo, non gli piacevo perché ero indipendente, se dicevo no era no e non volevo essere cambiata. E poi la gente “perché non ti sposi?” ma che te ne frega! Io vivo bene. Alcune amiche mi dicevano anche “io mi sono sposata perché pensavo che se mia mamma muore e mio papà muore, poi che faccio?” allora questa è sopravvivenza, paura di non saper affrontare il mondo.
– Ti sarebbe piaciuto nascere oggi?
– I miei tempi più belli erano. Non ci sono più amici. I ragazzini non hanno riferimenti importanti. Siete amici per un giorno, per un mese e poi non vi cercate, non vi raccontate niente, siete come dei gusci vuoti. Tanno invece c’era più amore, oggi siamo in un mondo accussì egoista. Devi considerare gli amici che non ti lasciano. C’è chi si sposa e cambia, pensa di non avere più bisogno di un’amica; quelle persone non mi interessano più, si sentono più importanti, invece forse scendono di uno scalino.
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– A scuola non ci sono più andata dopo la quarta elementare. Da piccola ero sempre in movimento, tanno di nichi eravamo biati fora, ma c’erano chid- di ‘cchiu vecchi ‘ssittati fora ca ni taliavunu. Eravamo supervisionati. E quanti compagni che avevo! Già mi piaceva leggere tanti romanzi, chidda mi dava u romanzo a mia, iu ciu dava a chidda, sai c’era un giro! Mia mamma non voleva che leggevo, ma nan ci puotti, si rassegnau. Sai quanti mi ni bruciau libra? Poi ha smesso, quando capì che non tutti erano miei e li doveva ricomprare. “Ti pare che ora che non vai a scuola – mi dissi mia mamma – ti faccio stare in giro? A mastra!”.
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“Le foto non mi piacciono, sento che possono rubarmi una parte di me stessa”
Foto di Miriana Cantarella