La grande illusione di una rivoluzione che non c’è
E ancora (ricordatevi, siamo nel 2010):
“Oggi nell’American Chamber of Commerce in Italy troviamo altre figure di spicco come Gianluca Comin, dirigente Enel, e Giuseppe Cattaneo dell’Aspen Institute Italia, il prestigioso pensatoio, creatura di Gianni Letta, presieduto da Giulio Tremonti. E l’Aspen Institute pesa, ovunque agisca. Luogo di incontro fra intellettuali, economisti, politici, scienziati e imprese. Nell’Aspen transita l’élite italiana, che faccia riferimento al centro-destra o al centro-sinistra.
Con quali finalità?
«L’internazionalizzazione della leadership imprenditoriale, politica e culturale del paese attraverso un libero confronto tra idee e provenienze diverse per identificare e promuovere valori, conoscenze e interessi comuni», si legge nella mission dell’istituto.
E in che modo?
«Il “metodo Aspen” privilegia il confronto e il dibattito “a porte chiuse”, favorisce le relazioni interpersonali e consente un effettivo aggiornamento dei temi in discussione. Attorno al tavolo Aspen discutono leader del mondo industriale, economico, finanziario, politico, sociale e culturale in condizioni di assoluta riservatezza e di libertà espressiva»”.
Sorvoliamo poi sul board di clienti della Casaleggio (ne trovate ampia documentazione nell’inchiesta). E con questo diventa ben chiaro quale sia l’origine del fenomeno politico Grillo e del suo impianto di marketing. Perfettamente mirato sul target dello scontento. Dell’antipartitocrazia.
Quindi M5S non è un partito? Non lo è formalmente (dovrebbe far congressi, avere una parvenza di dibattito democratico interno, ecc.) ma sostanzialmente è una struttura partitica a conduzione aziendale. Con un testimonial/ padrone e un’organizzazione privatistica aziendale a controllare contenuti, messaggi e consenso e dissenso interno fino alle candidature minute nel più sperduto comune dove si è presentato il “movimento”.
M5S è di fatto un partito moderno, mediatico, post ideologico e padronale come lo è stato Forza Italia e la Lega. Punto. Tutto il resto sono minchiate.
Fra l’altro non è neanche vagamente progressista. Anzi. Sembra rifarsi più, e spesso ci sono punti di contatto non solo verbali ma anche sostanziali, con una destra che da “sociale” e “radicale” si è trasformata in meramente “antieuropeista”, xenofoba, egoista.
Non ci facciamo ingannare dai messaggi ecologisti lanciati da Grillo a spron battuto. Grillo in questo momento è più vicino alla figlia di Le Pen che a Sel (e infatti Grillo è ossessionato da Vendola e lo attacca in ogni occasione perché colpevolmente gay, per l’integrazione dei migranti, europeista solidale e soprattutto che pesca anche lui nel suo bacino elettorale).
Bene, ora in molte città italiane M5S ha superato il 10%. A Parma ha vinto. Una roba grossa e con cui fare i conti. Ma non mi venite a dire che è una roba nuova, che è una rivoluzione.
Perché quando si hanno rapporti con multinazionali, soggetti come Enamics, American Chamber of Commerce in Italy, Sole24 ore e Aspen Institute (quanti membri dell’attuale governo hanno gli stessi rapporti?) di nuovo c’è solo il silenzio sornione di Gianni Letta.
Che non c’entra nulla, il vecchio Gianni, ma che è il fondatore e motore di quell’Aspen che piace tanto sia a un certo Mieli di Rcs che a una certa Annunziata recentemente salita all’Huffington Post. Amen.