La Francia si ribella, Catania passeggia
Poco partecipata la manifestazione catanese organizzata per sostenere la protesta parigina contro la riforma del lavoro
Ieri pomeriggio lungo l’assolata via Etnea la gente camminava serena, ma giunti in piazza Stesicoro, si guardava bene dall’evitare i due col megafono.
Attorno a loro solo poche persone attente ad ascoltare, tutti gli altri proseguivano il loro cammino, chissà forse la retorica dei discorsi non attirava abbastanza la loro attenzione. Dopo l’intervento del professore Gianni Piazza e di Alfonso di Stefano, delle Rete Antirazzista, un ragazzo prende parola: “In Francia i compagni si sono messi le maschere antigas per salvarsi dal sonnifero borghese”, poi si interrompe e partono gli applausi.
Accanto era stato allestito un banchetto, alcuni dei sindacati Cobas e USB raccoglievano firme per dei referendum abrogativi contro: la “Buona Scuola”, a favore dell’acqua pubblica, le trivelle. Tra loro c’era Claudia Urzì, un’insegnante che lavora alla scuola media “Angelo Musco” di Librino. Lei è entrata di ruolo nel 2010 e ha visto il cambiamento con la nuova riforma del governo: “Io ho più tutele di chi è stato assunto ora, perché!? Inoltre i nuovi non saranno più titolari di cattedra, ma entreranno nell’organico del potenziamento. In pratica il dirigente scolastico sceglie cosa farti fare: se vuole può farti tenere dei corsi pomeridiani. Tutto questo è poco professionale”. L’altro punto dolente è l’alternanza scuola-lavoro. In pratica gli alunni del triennio sono obbligati a fare tirocinio nelle aziende: quattrocento ore per chi è negli istituti tecnici, solo duecento per chi va al liceo: “Sono troppe, questo è sfruttamento del lavoro minorile. Ogni scuola dovrebbe gestirsi in autonomia” conclude Claudia.
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Verso le otto si comincia a smontare i tavolini e a togliere le bandiere. Mariano, un attivista, indica delle ragazzine che chiacchierano sedute sulla panchina, a pochi passi da lui: “Loro lo sanno che stiamo facendo qui? Il problema è questo, siamo sempre i soliti noti: hai visto tra i partecipanti delle facce nuove?”. Ma non si scoraggia e riprende fiato: “Quello che facciamo è sempre un risultato, partire dal basso è difficile”.
Si continua a parlare e si discute di Catania e dei suoi movimenti di lotta. Domenica il sindaco Bianco ha annunciato di aiutare i Briganti di Librino, la società sportiva che nel 2012 ha occupato la struttura del San Teodoro liberato e di cui adesso ha in comodato d’uso gli orti e il campo da rugby. Da poco infatti la società aveva lanciato una campagna di crownfunding per raccogliere cento mila euro e ripristinare il manto erboso.“La coerenza – dice Mariano – cerchi di mantenerla, chiù assai di tanto non puoi fare. E non è l’età, è che ad un certo punto ti viene di lasciare perdere perché non vedi risultati”.