La forza della nonviolenza
Continua la lotta degli abitanti di Niscemi, sostenuti da pacifisti di tutt’Italia, contro il MUOStro ormai incombente
Turi Vaccaro osserva il digiuno e medita. Dal 21 marzo. Beve acqua e, di tanto in tanto, si concede qualche frutto. Adesso si trova a Comiso, ospite del Reverendo Gyosho Morishita, nella Pagoda della Pace, e si è unito al digiuno che il Reverendo osserva durante i primi tre giorni di ogni mese.
Il pacifista, che in una fredda e piovosa giornata di aprile dello scorso anno si era arrampicato su una delle quartasei antenne Nrtf, continua la sua battaglia nonviolenta contro il Muos, strumento di guerra, e contro lo stesso sistema Nrtf, che dal 1991 trasmette ordini alle unità militari della Marina statunitense, bombardando il territorio con le sue potentissime emissioni elettromagnetiche. A lui si sono uniti Antonella Amato, Antonella Santarelli, Salvatore Giordano, e molti altri pacifisti. che nelle ragioni della pace e del disarmo hanno trovato spazi di condivisione. Con una lettera inviata a Salvatore Giordano ha aderito anche il pacifista torinese Enrico Peyretti.
Il digiuno di protesta
Per loro, il digiuno non è un’arma di ricatto politico. E chiariscono che tra i tanti livelli di azione e dissenso contro il Muos, questo è uno strumento in più, che serve a richiamare l’attenzione sulla gravità e sull’importanza della questione. Il Coordinamento dei Comitati NoMuos annuncia che il digiuno proseguirà fino al 25 aprile, giorno della Liberazione, quando il presidio permanente di contrada Ulmo a Niscemi, ove saranno presenti numerosi attivisti attesi da ogni parte d’Italia e dall’estero, e l’Arena di Verona saranno idealmente collegate nell’iniziativa “Arena di pace e disarmo”.
Intanto, l’attesissima sentenza del 27 marzo al Tar di Palermo ha inflitto ai NoMuos, e al popolo siciliano, una cocente delusione: la sentenza definitiva sui cinque ricorsi riguardanti il Muos è stata rinviata a novembre. Il Presidente del Tribunale D’Agostino si è riservato di acquisire lo studio dell’Istituto Superiore di Sanità – che, in realtà, era già stato prodotto dalle parti ed era, perciò, in possesso del Tribunale – e di chiedere al suo stesso consulente tecnico, il prof. D’Amore, di “confrontare le proprie conclusioni con quelle alle quali è giunto l’Istituto Superiore di Sanità”.
Per i Comitati, e per il legali che seguono la vicenda, le motivazioni su cui si è basato il rinvio non sono affatto condivisibili e appaiono dettate dalla mera volontà di rimandare la decisione finale. “La consulenza del verificatore prof. D’Amore e lo studio dell’ISS non sono fra loro sovrapponibili: la prima riguarda la regolarità delle autorizzazioni rilasciate nel 2011, il secondo riguarda invece gli effetti delle onde elettromagnetiche sulla salute”.
I gravissimi vizi rilevati dal prof. D’Amore, negli atti sui quali sono fondate le autorizzazioni, da lui definiti “di una superficialità imbarazzante”, erano già sufficienti a far pronunciare l’annullamento delle autorizzazioni e in nessun modo possono essere sanati dal parere dell’ISS, che è un atto estraneo al procedimento autorizzatorio, di parte, e dichiarato dallo stesso ISS “non utilizzabile a fini autorizzativi”.
“A scopi sperimentali”
Se si pensa che, a breve, il Muos potrebbe essere messo in funzione “a scopi sperimentali”, questo temporeggiare appare molto pericoloso. Ecco perchè i legali NoMuos si dichiarano pronti a depositare una nuova richiesta di sospensiva. Lo scorso ottobre, il Tar aveva accolto la loro richiesta cautelare ma senza sospendere gli atti impugnati, ritenendo l’esigenza cautelare sufficientemente tutelata dall’anticipazione, proprio al 27 marzo, della sentenza. L’avvocato Paola Ottaviano non ha dubbi: “Ora che la decisione è slittata chiederemo, in forza delle stesse esigenze cautelari già accertate, che le autorizzazioni siano sospese e con esse la messa in funzione del Muos, sia pure a fini sperimentali”.