“La dad fa schifo. Il Governo pure”
La parola agli studenti che adesso hanno paura ma sanno bene a chi dare la colpa.
“Abbiamo paura a rientrare a scuola”. Nelle chat, nelle discussioni tra compagni, nei gruppi studenteschi, la considerazione è sempre la stessa. Si ha paura. I contagi da Covid crescono e stanno colpendo principalmente la generazione in età scolastica. Si discute da giorni sull’opportunità di riaprire le scuole. Ma cosa ne pensano davvero le studentesse e gli studenti? Ne abbiamo discusso con Anna Chisari, Luigi Nicolosi e Luca Redolfi, in prima linea nel movimento studentesco.
“Non c’è nessuna sicurezza a scuola. Abbiamo classi pollaio da trenta alunni, in spazi minuscoli, dove non viene assicurato nessun tipo di distanziamento. Tra docenti, insegnanti di sostegno, compresenza di docenti si arriva a essere anche trentatré, trentaquattro in spazi limitatissimi. Le scuole hanno intere aree e piani inagibili e per questo si fa lezione anche in locali inidonei”, ci racconta Anna Chisari, studentessa del Liceo Boggio Lera di Catania e attivista di Liberi Pensieri Studenteschi. “Io ho molta paura a rientrare a scuola. Il distanziamento è solo una favola che ci raccontiamo. Ormai non ci misurano più neanche la temperatura all’ingresso. In questi due anni il Governo avrebbe potuto fare tutto quello che c’era da fare per consentirci di frequentare scuole sicure e invece ha soltanto tappato buchi e comprato assurdi e inutili banchi a rotelle”.
“Così non si può ricominciare. Noi abbiamo contestato la Dad ma adesso chiediamo la Dad, sembra un controsenso ma è l’unica cosa che si può fare oggi” ci racconta Luigi Nicolosi, rappresentante del Liceo Spedalieri e coordinatore della Rete degli Studenti medi a Catania. “Al Liceo Spedalieri abbiamo avuto durante l’autunno sempre uno o due casi di Covid. Adesso abbiamo avviato un censimento informale tra noi studenti, per capire quanti fossimo quelli contagiati. Siamo arrivati a trentacinque, quaranta, su settecento. A questi se ne aggiungono almeno il doppio che sono in quarantena fiduciaria per contatti con positivi. E non stiamo contando i docenti e il personale”.
Voi studenti vi state vaccinando? “Noi ci stiamo vaccinando. Un po’ perché ci crediamo davvero, un po’ per riuscire a tornare alla normalità. Ma esistono troppi casi nei quali studentesse e studenti non possono vaccinarsi in quanto minorenni, nonostante lo vogliano, perché glielo impediscono i genitori. Per questo non siamo d’accordo a discriminazioni e green pass per gli studenti”.
Ma nonostante la vaccinazione il problema del contagio si pone lo stesso. “La scuola è luogo di socialità. Ci dicono che basta tenere le mascherine e per questo anche se il mio compagno di banco è positivo io posso continuare ad andare a scuola. Ma la scuola non è solo stare seduti al proprio posto, si sta insieme continuamente. Bisogna stare attenti: una cosa è quello che è scritto sulla carta, una cosa è quello che avviene veramente tra i banchi di scuola”.
Quindi non rimane altro che la didattica a distanza? “La Dad ha fatto i danni di una bomba atomica. Ci sono lacune nel nostro apprendimento che non sappiamo se riusciremo mai a colmare. Ci sono ragazzi che hanno frequentato il liceo solo in Dad, che hanno fatto le versioni di greco e latino solo davanti a un computer, che non hanno mai fatto un compito in classe. Ci sono danni psicologici e sociali enormi che le studentesse e gli studenti hanno subito e di cui nessuno si interessa. Come studenti siamo schiacciati tra due paure, quella del contagio e quella di tornare in didattica a distanza”.
“Siamo tutti consapevoli che c’è una percezione di forte insicurezza nel ritorno a scuola ma è assurdo che dopo due anni di pandemia si continui a parlare di emergenza” ci racconta Luca Redolfi, portavoce nazionale dell’Unione degli Studenti. “Il Governo ha delle gravi responsabilità per la situazione che stiamo vivendo adesso, perché molto poteva essere fatto su distanziamento nelle aule, screening, trasporto pubblico e non è stato fatto”.
Ma c’è la Didattica a distanza. “La Dad non può più essere utilizzata in maniera emergenziale per coprire e sostituire gli interventi necessari alla sicurezza nelle scuole. Noi rischiamo che ogni volta che c’è un’impennata dei contagi ci si ripeta che è troppo tardi, che non si è fatto in tempo, si potevano fare tante cose ma ormai siamo troppo a ridosso dell’inizio e quindi bisogna ricorrere alla Dad. Questo non possiamo più accettarlo, non ci possiamo più credere. Ora basta”.
Cosa bisogna fare? “Bisogna mettere immediatamente in atto le misure necessarie. C’è la volontà di farlo? In finanziaria il Governo non ha messo un euro in più nel capitolo di bilancio che riguarda la scuola. Per tutti la cosa assolutamente necessaria è uno screening di studenti e personale scolastico prima del rientro. Cosa si è fatto finora? A fine dicembre i contagi erano in continua crescita. Perché il Ministero non si è organizzato per tempo? Perché questi screening non si programmano durante tutto l’anno scolastico? Dove sono le mascherine FFP2 gratuite per tutti gli studenti? Come sarà garantito il distanziamento all’interno della scuola? Ci dicono che dobbiamo convivere con il Covid, che dobbiamo abituarci, ma perché il Governo non ha fatto allora nulla per rendere le nostre scuole davvero sicure?”.
Ma allora bisogna restare a casa o andare a scuola? “Per noi non ci sono dubbi. Rivendichiamo il diritto di tornare in aula. Il Governo trovi le risorse per consentire questo ritorno in sicurezza”.
Ci sarà una mobilitazione? “Stiamo lanciando gli stati generali della scuola. Lo facciamo insieme ad Arci, Legambiente, Flc Cgil e altre associazioni. I problemi che affrontiamo oggi, in pandemia, sono gli stessi di sempre. Pensiamo alle classi pollaio. Come cambierebbe in meglio anche la qualità dell’istruzione se ci fossero classi meno numerose?”