giovedì, Novembre 21, 2024
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La Camera di Commerci del giovane Alfano

C’è un ente in provin­cia di Trapani in cui si concentrano amici e parenti di politici e po­tenti locali. Un ente in cui il conflitto d’inte­ressi è di casa… 

E’ la Camera di Commercio di Tra­pani, il cui segretario generale fino a qualche tempo fa era Alessandro Alfa­no, fratello del vicepremier Angelino.

La sua permanenza alla Camera di Commercio di Trapani è stata molto bre­ve, neppure un anno, lui che era conside­rato un giovane prodigio. Adesso è stato nominato dirigente della Postecom, la so­cietà che gestisce i servizi internet di Po­ste Italiane, un incarico da 200 mila euro l’anno. Non male. Ma la nomina ai verti­ci dell’azienda di proprietà del Tesoro ar­riva dopo il flop della richiesta di reinte­gro come segretario generale dell’ente camerale.

Alfano a fine 2011 ha dato le sue di­missioni a seguito delle polemiche per l’inchiesta avviata dalla Procura di Paler­mo sulla sua nomina a Trapani.

Qualche tempo prima di essere stato incaricato dall’ente camerale, una lettera anonima avvisava che a vincere il con­corso sareb­be stato proprio lui. Poi una serie di sospetti sul suo curricu­lum, il dubbio che qualche voce fosse falsa, che le competenze non fossero ne­cessarie. La procura ha cercato di capire cosa ci fosse dietro. Poi ha ar­chiviato il caso.

C’era stata un’inchiesta sugli esami truccati all’università di Palermo in cui restarono coinvolti studenti e funzionari per una serie di materie “comprate” a mille euro ciascuna, taroccando i databa­se dell’ateneo. Nel calderone finì pure Alfano jr., che però venne scagionato dopo aver presentato gli statini. “Ho real­mente sostenuto quegli esami – aveva det­to – ricordo persino le domande”.

L’”eclettico” Alfano

Alfano si è laureato nel 2009 a Paler­mo, a 34 anni. Non proprio uno che bru­cia le tappe, come si legge invece nel suo curriculum: dotato di una ”personalità eclettica, che tende a bruciare le tappe grazie ad un’intelligenza vivace e una forte capacità relazionale”. O forse sì, vi­sto che l’anno prima, da studente, ha avuto il tempo di tenere un laboratorio all’università La Sapienza di Roma.

Nel frattempo, Alessandro Alfano fa tutta una carriera nell’universo della Ca­mera di Commercio, sempre accanto ad un berlusconiano della prima ora: Giu­seppe Pace, di Marsala, che della Camera di Commercio di Trapani è il presidente dal 2001. Nel 2006, Alfano diventa segretario di Unioncamere in Sicilia. E, casualmente, nell’entourage si ritrova Pino Pace. Come anche nei vertici di Retecamere, sempre nel macrocosmo delle Camere di Commercio.

Quel giro di Suv e Porsche

Ha una passione per le auto, Alfano, ed alla Camera di Commercio di Trapani lo ricordano per l’acquisto di un Suv da 35 mila euro. Una Range Rover Evoque blu scura, a quanto pare a spese della Came­ra di Commercio. È una cosa bizzarra, anche perché l’auto è registrata come au­tocarro, pur senza le opportune modifi­che. Ma perché la Camera di Commercio ha bisogno di un Suv, e soprattutto, dov’è questo Suv ora?

Ma non ci sono soltanto i Suv: ad Alfa­no piacciono anche le auto sportive, le Porsche ad esempio, chi non ne vorrebbe una? Una Boxster Cabriolet, ad esempio. Grigia, tettuccio scappottabile, due posti, cerchi in lega, 2700 di cilindrata per 200 cavalli di potenza. Da 0 a 100 in 6 secon­di. Un bolide che Alfano riesce a com­prare a prezzo stracciato. L’auto è del 2006, e nel 2008 fa l’affare da un tale di Palermo a soli 1.355 euro, quando il suo valore sfiorava i 30 mila euro. La Box­ster qualche anno fa andava molto: c’era una concorrenza spietata con la Bmw Z4, ma un Porsche è una Porsche, piace sem­pre. E’ piaciuta anche a Pino Pace.

Alfa­no gliela rivende nel 2010 a 20 mila euro, con una super maggiorazione ri­spetto al prezzo d’acquisto.

La cessione avviene nel maggio 2010, pochi giorni prima del cinquantesimo compleanno del presidente della Camera di Commercio. Alfano e Pace si incontra­no spesso all’Unioncamere Sicilia, hanno l’ufficio accanto. E di lì a qualche mese si incontreranno pure a Trapani, perché a novembre Alfano viene designato, dopo aver vinto quel concorso sospetto, segre­tario generale. Chissà, magari andavano a lavoro assieme, Pace e Alfano: auto sportiva due posti, scappottavano, e via. Di lusso. Proprio su un giro di auto di lusso in quel di Trapani gli investigatori vogliono vederci chiaro e hanno monito­rato queste compravendite strane. Con Alfano che comprava a quattro soldi e ri­vendeva a prezzi maggiorati.

Il conflitto d’interessi

All’interno della Camera di Commercio c’è anche un bel conflitto d’interessi.

Tutto ruota attorno a Camera di Conciliazione Srl, una società di mediazione civile (la mediazione civile adesso è obbligatoria, dopo la riforma del 2010 voluta da Angelino Alfano), con sede a Mazara del Vallo, e che ha tra i suoi soci, pensate un po’, Luigi Laudicina, nipote di Pippo Sparla, che era segretario generale della Camera di Commercio prima di Alfano. E non solo, ci sono anche Gaetano Vita e Daniela Pace, giovane fi­glia di Pino, presidente della Camera di Commercio. Gaetano Vita è presidente del collegio dei revisori della Camera di Commercio: in pratica, è colui che con­trolla i conti di Pace, ma è anche socio della figlia di Pace. Un bel conflitto di interessi.

Non solo, ma la Camera di Commercio ha un suo organismo di conciliazione, che si chiama proprio “Camera di conciliazione”. In pratica, allora, la società del nipote di Sparla e Pace junior copia il nome dell’organismo della Camera di Commercio, che loro in qualche modo dovrebbero invece tutelare… E in verità, anche il sito della società privata “Camera di Conciliazione srl” (www.cameradiconciliazione.eu), è molto simile a quello della Camera di Commercio (www.tp.camcom.it), e infatti risulta creato dalla stessa società, la A.D.A. Comunicazione di Trapani. Non solo, ma la sede sociale della società, in Via Castelvetrano 155 a Mazara del Vallo, è la sede dello studio di un altro dei tre revisori della Camera di Commercio di Trapani.

Sparla, la loggia segreta e gli asili

Pippo Sparla è stato per parecchi anni nell’orbita della Camera di Commercio, e fino al 2010 ne è stato il segretario generale. Il nome di Sparla ritorna spesso nella politica e negli enti pubblici trapanesi. Fino a qualche settimana fa Sparla era consulente (a titolo gratuito) del sindaco di Marsala Giulia Adamo, e presidente dell’istituzione Marsala Schola, che in città gestisce le mense, le scuole d’infanzia, gli scuolabus.

Sparla si è dimesso dopo le polemiche sui suoi trascorsi e la richiesta di Libera al sindaco Giulia Adamo di chiarire cosa ci facesse uno con quel passato a gestire un ente, Marsala Schola, da sei milioni di euro l’anno.

A metà anni ’80 la polizia trova a Trapani l’elenco di una loggia segreta. Si chiama Iside 2. La trovano nel Centro studi Scontrino di Trapani, che comprendeva in tutto sei società segrete. Iside 2 era vicina al fondatore della P2 Licio Gelli, che la inaugurò in prima persona nel 1980. Figuravano tra gli iscritti uomini politici, amministratori e funzionari pubblici, commercialisti e impiegati di banca, ma anche esponenti della mafia trapanese come Mariano Agate, boss di Mazara del Vallo. A inaugurarla c’era anche Pino Mandalari, il commercialista di Totò Riina. Un bel gruppo di amici, insomma. Tra gli iscritti c’era anche Pippo Sparla, come è stato documentato in diverse inchieste in questi anni.

Sparla ha avuto anche anche dei trascorsi giudiziari di non poco conto. Nel 2001, quando era dirigente del settore Servizi Sociali di Trapani è stato arrestato, con altre sei persone tra cui l’allora sindaco di Trapani Antonino Laudicina, nell’ambito di un’inchiesta su mazzette e corruzione nella gestione degli asili nido in città. Sparla poi aveva patteggiato una pena per il falso su una delibera, mentre tutti gli altri sono assolti e escono puliti dalla vicenda.

Lui si è difeso dicendo che non è stato mai condannato per i fatti dell’Iside 2. E dopo le sue dimissioni il sindaco di Marsala Giulia Adamo se l’è presa ovviamente con la stampa, che ha raccontato tutto ciò, stravolgendo un po’ i ruoli storici. “Pippo è stato attaccato perché competente. Attaccato dai poteri forti”.

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