La borsa e la vita
Cinquemila borse di studio “soffiate” a Catania
“L’Italia è l’unico paese d’Europa ad avere lo studente idoneo non assegnatario: uno che avrebbe diritto a ricevere una borsa di studio ma non la riceve”. Paolo, studente catanese di Fisica, coi ragazzi di Link/ Studenti Indipendenti ha intrapreso una campagna per i diritti degli universitari.
“C’è stato un calo totale dei borsisti dal 2007 a ora – spiega – In tutta Italia solo 141mila studenti sono stati considerati idonei a ricevere borse di studio. Il nove per cento: una percentuale ridicola
per un paese europeo. A Catania siamo al tredici per cento… ma solo il quaranta per cento di loro riceve effettivamente il contributo”.
“La mobilitazione è partita – dice Salvo, di Medicina – Abbiamo chiesto spiegazioni all’Ersu (Ente regionale per il diritto allo studio). Il direttore generale Valerio Caltagirone ha risposto che i fondi tardano e la Regione ha tagliato i contributi, e ha fatto un comunicato in cui in sostanza riprende quel che diciamo noi”.
Il sessanta per cento di studenti idonei non riceve dalle istituzioni ciò cui ha diritto. “Non sono le condizioni economiche l’unico requisito richiesto per ottenere la borsa. – continua Salvo – Nella logica del più bravo merita un premio chi si è comportato meglio, e una punizione gli altri. Ma il problema non è di trovare il più bravo, è di offrire a tutti la possibilità di crescere e sviluppare attitudini”.
Più di cinquemila studenti senza contributo economico e più di mille senza alloggio universitario “Un numero così alto crea un circolo vizioso. Sono studenti che rischiano di non poter proseguire, facendo diminuire gli iscritti e calare ancora i finanziamenti; o sono studenti che vanno avanti alla meno peggio, lavorando e studiando contemporaneamente. Così si rischia di distruggere l’università. Ecco perché è importante garantire a tutti le borse di studio. Il merito non si può valutare se tutti non partono alla pari”.
I ragazzi di Link chiedono una risposta concreta “Gli studenti con le loro tasse hanno versato negli ultimi anni una cifra superiore a quella versata da Stato e Regioni, sono gli studenti i primi finanziatori del diritto allo studio”. “La borsa di studio è un diritto – esclama Salvo – Ma come facciamo a farlo capire agli studenti?”