La bancarotta (protetta) di MtGox
Chiude Mtgox: derubati o scappati col malloppo? E come mai non è crollato il Bitcoin?
Non è la truffa del secolo (quella di Maddoff viene stimata cento volte più grande) ma l’impatto è notevole, almeno per il numero di utenti coivolti.
Mtgox, il sito cambiavalute di Bitcoin, primo negli scambi fino a metà dell’anno scorso, chiede la bancarotta protetta alle autorità giapponesi in cui ha sede.
Il vice ministro delle finanze giapponese Jiro Aichi dice che il governo considera possibile regolamentare Bitcoin ma che questo deve’eessere fatto in sede internazionale. Oltre 800.000 bitcoin, al cambio del giorno dell’annuncio 450 milioni di dollari, (580 dollari l’uno) un quindicesimo dei 12 milioni in circolazione, sono stati rubati, truffati o persi; poco più di un milione di utenti, a quanto pare, coinvolti.
La situazione è degenerata il 7 febbraio, quando vengono bloccati sul sito Mtgox depositi e pagamenti in Bitcoin.
Mtgox dichiara che è per un problema noto come “malleability bug”: esso però è conosciuto dalla community dal 2011, e nessun programma che usa Bitcoin incappa in questo problema da anni.
Il sistema di pagamento Bitcoin è rimasto perfettamente in funzione: nè il protocollo, nè i software hanno avuto bisogno di essere aggiornati.
Siti come quello del cambiavalute Mtgox permettono lo scambio di Bitcoin con valute tradizionali.
Ma Mtgox non è Bitcoin, nè Mtgox è “la banca dei Bitcoin” come scrive “La Stampa”.
Ma allora c’è stato un furto di enormi proporzioni? Hackingdaily.com: “Noi non stiamo dicendo che [Mtgox] non ha perso delle monete per colpa del malleability bug [nel 2011] ma non c’è modo che 500.000 monete siano state rubate”.
La Bitcoin Foundation – che promuove l’uso e la diffusione di Bitcoin ma non ha compiti di supervisione – non esce molto bene dalla vicenda, visto che Mtgox era tra i membri Gold della fondazione. E appena il 27 gennaio scorso, Charlie Shrem vicepresidente della fondazione si era dimesso perchè incriminato per riciclaggio e rilasciato su cauzione a New York per vicende connesse a Silk Road.
Da notare che parte dei bitcoin sequestrati dal Fbi a Silk Road stanno per essere venduti all’asta. Il procuratore di New York, incriminando Charlie Shrem, tenne a precisare che la giustizia combatte il riciclaggio sia in bitcoin che in dollari: illlegale non è il bitcoin mama l’uso che può esserne fatto.
La comunità bitcoin italiana, nel forum bitcointalk, ha messo spesso in guardia nei confronti di Mtgox. In maniera netta e precisa almeno dall’estate 2013, quando Mtgox accusa i primi problemi nei prelievi di moneta da parte degli utenti.
Molti giornali, in Italia, preferiscono sottolineare genricamente la paura: il Sole24ore dice che è impossibile “stimare la perdita da un punto di vista non monetario ma di credibilità” e che “un crack del genere è un colpo dolorosissimo, che potrebbe bloccare la vertiginosa ascesa della criptomoneta nella finanza mondiale”.
Altrove, il New York Times parlando di Mtgox anticipa la notizia che SecondMarket sta sviluppando un exchange Bitcoin con sede e documentazione americane. SecondMarket promuove Bitcoin dall’autunno scorso ai suoi investitori tradizionali, scrivendo che usare un portafoglio Bitcoin è difficile per un “utente qualsiasi” e che il loro fondo è più sicuro degli exchange in giro.
Un bitcoin valeva 822 dollari su Bit- stamp a inizio febbraio, 550 il 10 febbraio, 400 il 25 febbraio, 710 il 3 marzo.
Senza la vicenda Mtgox i riflettori delle notizie su Bitcoin sarebbero rimasti puntati sullo stato della California che vuole legalizzarne a tutti gli effetti l’uso o sulla polemica lanciata da Mike Hearn (sviluppatore Bitcoin proveniente da Google) che lamenta una scarsa collegialità nel team di sviluppo.
Oppure su Auroracoin, una cryptomoneta che un privato intende distribuire a tutta la popolazione islandese; o su MazaCoin, moneta ufficiale della “Oglala Lakota Nation” negli Stati Uniti. O sul fantomatico ritrovamento di Satoshi Nakamoto.
Cronologia
L’AFFAIRE MTGOX
Agosto 2013
Iniziano i problemi di Mtgox sui previevi in valuta. Inizia uno “spread” notevole con gli altri exchange (i bitcoin vengono valutati di più su Mtgox perchè passa anche un mese per ricevere i bonifici)
Dicembre 2013
Falkwinge, del partito pirata svedese, segnala che Mtgox non porta a termine prelievi in valuta di un certo valore
Gennaio 2014
Falkwinge denuncia che in Mtgox che alcuni prelievi di bitcoin non vanno a buon fine
7 febbraio
Mtgox blocca i prelievi e depositi in bitcoin (ma accetta dollari in entrata, e gli scambi di bitcoin rimangono ancora possibili internamente al sito) scaricando la colpa ad un bug e agli sviluppatori
21 febbraio
Jeff Garzik nel team di sviluppo bitcoin e della foundation, ancora rassicura su Twitter. Contattato da noi di Bitcoin Quotidiano sulla notizia, sul forum bitcointalk, dell’apertura di una causa legale contro Mtgox, e del fatto che fosse ancora Gold Member della fondazione.
Garzik rassicura dicendo di aspettare e vedere, le cause legali succedono, dicendo anche che la Linux Foundation è stata chiamata in causa da Ibm e Intel
23 febbraio
Mtgox Ltd e Mark Karpeles ammistratore delegato, lasciano la Bitcoin Foudation
24 febbraio
Viene pubblicato un Pdf come se si trattasse di un documento interno di Mtgox “Crisis Strategy Draft”.
Salta subito all’occhio dello sviluppatore del settore sicurezza di Blockchain.info Andreas Antonopoulos che il furto sarebbe del “cold storage” ma è una contraddizione nel termini o “una spaventosa bugia”, perchè il cold storage per definizione non va online. È come se una banca dicesse che ha il cavou negli sportelli
Poche ore dopo sei compagnie legate a Bitcoin rilasciano un comunicato “Joint Statement Regarding Mtgox” dicendo che i loro siti sono sicuri e impegnandosi per avere al più presto dei controllori terzi sulle loro compagnie.
Lo stesso giorno Mtgox chiude definitivamente ogni forma di transazione sul sito
27 febbraio
Fioccano le ipotesi di cause legali, complottismi, e ricerca di documentazione sui forum Reddit e bitcointalk
28 febbraio
Viene avviata e accettata dal tribunale di Tokyo la procedura di bancarotta protetta per Mtgox; Mark Karpeles (di lingua francese) ammistratore delegato di Mtgox si scusa in giapponese con tanto di inchino; il film non è ancora finito.