Italia Tangentopoli infinita
“Le indagini servono a poco – dice Colombo – Il problema è a monte” Autoriforma della politica? Inverosimile
La corruzione è virale. Quanto tempo occorre a un cittadino onesto che entra in politica per oltrepassare i limiti della legalità e trasformarsi in un cittadino disonesto?
Se si leggono le cronache non troppo. Ma è la politica che corrompe provocando al Paese, come dice la Corte dei Conti, un danno di 30 miliardi di euro all’anno, o sono gli italiani che si lasciano facilmente corrompere una volta che si trovano nelle condizioni di arricchirsi presto e molto?
Il grande numero di inquisiti e condannati tra i politici di livello nazionale, regionale e locale dimostra che il vecchio proverbio “l’occasione fa l’uomo ladro” non è mai stato così fondato. Il caso dell’Expo di Milano con “cupola” annessa ha riportato gli italiani ai tempi di Tangentopoli per via delle pratiche adottate e di alcuni vecchi ma intramontabili personaggi, come Greganti, Frigerio, Grillo.
Il colpo di freno a Mani Pulite
La verità è che da Tangentopoli non si è mai usciti. Il pool di Mani pulite, che aveva scoperto il marcio in tutti o quasi i settori industriali, frenò a un certo punto la sua azione poiché in caso contrario, siccome la corruzione era stata elevata a sistema, il Paese sarebbe andato distrutto, l’economia affossata.
Gherardo Colombo ha dichiarato che le indagini della magistratura riescono a fare poco perché il problema è culturale e che, a suo parere, sarebbero necessari “grandissimi investimenti sul piano educativo”. Una soluzione, questa, assolutamente condivisibile, anche se è chiaro che l’atto di destinare con questo scopo somme elevate al sistema scolastico vorrebbe già dire, ammettendo la possibilità di trovare le risorse, un’autoriforma della politica, attualmente inverosimile.
La prova più evidente è contenuta nell’ipotetica nuova legge elettorale che, come il cosiddetto Porcellum, prevede liste bloccate, togliendo di fatto agli elettori l’unica arma possibile di cambiamento democratico, ovvero la scelta dei candidati. Si procede per cooptazione: il simile chiama il simile.
Il livello morale degli uomini politici non è aumentato, così come non è mutato il comportamento della classe industriale: versavano segretamente tangenti vent’anni fa, versano segretamente tangenti oggi, protestano contro la politica in pubblico, ma non denunciano mai le irregolarità, uniti – i perdenti e i vincenti le gare – nell’omertà.
Nel frattempo, l’educazione dei giovani sollecitata da Colombo transita piuttosto per le curve degli stadi, che nell’arco di questi vent’anni sono rimaste un polo di aggregazione.
Un simbolo? Genni a’carogna…
Con una differenza non da poco: che vent’anni fa le curve erano frequentate da tifosi animati soltanto dalla passione calcistica, mentre oggi sono quasi tutte in mano all’estrema destra, se non direttamente alla criminalità organizzata. Genny a’ carogna, che decide se la finale di Coppa Italia si può giocare o no è diventato un eroe e numerosi “opinionisti” hanno giudicato assolutamente legittima la “trattativa” che le autorità sportive e dello Stato, peraltro presenti in tribuna all’Olimpico ai massimi livelli, hanno condotto con questo personaggio prima dell’inizio del match. In Italia non si corrompe soltanto con il denaro.