In Sicilia è il momento di Telejunior
«Pronto, Franci? Siete atterrati? Non passate da Trapani, venite direttamente qui a Partinico. È successo un macello, stanno bruciando le antenne. Non ce la facciamo da soli».
«Va bene, passiamo da casa a Trapani a prendere la macchina e le lenzuola e arriviamo. Un’ora al massimo e siamo lì».
Quando è suonato il citofono, un’ora dopo, nella redazione di Telejato non si capiva niente. Era il 29 settembre, quella mattina un incendio a Monte Bonifato aveva bruciato le apparecchiature che trasmettevano il segnale della televisione. Appena ci siamo accorti di non poter andare in onda, Gianni, il figlio di Pino, è salito in macchina per raggiungere la postazione in fiamme. Caricandosi una parte delle attrezzature sulle spalle è riuscito a sottrarle al rogo. Le ha portate in redazione in tarda serata, il danno era enorme; abbiamo scrostato plastica abbrustolita per ore.
Quando sono arrivati Francesca e Nicola abbiamo tirato un sospiro di sollievo. Quelle facce – diciamo semifresche – comunicavano ottimismo; non rimaneva che dividersi il lavoro. In tarda serata, nonostante la febbre alta, è arrivato Salvo Intravaglia, il nostro tecnico. Salvo è innamorato di Telejato. Quella sera è riuscito a fare miracoli, recuperando pezzi che credevamo inutilizzabili. Le attrezzature salvate sono state montate sul terrazzo della redazione stessa. C’era un vento bollente, l’unico odore che sentivamo era quello della puzza di bruciato. Il segnale su Partinico è tornato all’una di notte. Ci siamo messi a fare il telegiornale. La mattina non era potuto andare in onda, dovevamo dare un segnale preciso: non ci riuscite a fermare.
Quella notte, seduti per terra su uno dei balconi della redazione, non riuscivano a dire molto. Francesca era venuta una sola volta, eppure sembrava fosse lì da sempre. Sofia osservava silenziosa. Nicola, instancabile come sempre, ha cercato di estorcere sorrisi, e come sempre c’è riuscito. Puzza di bruciato, sapore di caffè, mozziconi di sigarette, occhi semichiusi: siamo andati a dormire come zombi. La nostra resistenza non sarà mai come quella iPino e famiglia, è inutile, questione di dna.
I giorni seguenti sono trascorsi tra paura di non farcela a sistemare tutto entro il 4 (inaugurazione della nuova sede e di Telejunior), costanti incursioni di Carabinieri e Polizia, e corse in aeroporto di Gianni. Ogni giorno arrivavano in media tre, quattro persone da tutta Italia. Tutti lasciavamo le nostre città per andare a Partinico, per esserci all’inaugurazione.
Ma dopo l’incendio tutto è cambiato. Adesso eravamo davvero una squadra, perché sentivamo la responsabilità di quella redazione. Non era più partecipazione esterna, ma fatica e resistenza. Non nelle parole, ma negli occhi stanchi di Fabio, che non si erano mai visti. Nei sorrisi spezzati di Letizia, nella forza di Giulia, negli abbracci di Francesca, negli occhi lucidi di Eleonora. Eravamo lì non perché facessimo parte di qualcosa: noi eravamo qualcosa.
Nel viaggio da Bologna, Eleonora – piccola, ossuta, con due occhi enormi spalancati sul mondo – aveva perso il cellulare. Arrivata a Partinico se n’era praticamente dimenticata. Il mondo esterno era lontano, c’era una battaglia da combattere e un’urgenza che ti faceva scordare la fame. Il sonno no, quello mai.
A Borgetto, nella casa in cui la Protezione Civile ci ospitava, non riuscivamo a chiacchierare molto. La sigaretta notturna sulla panchina c’era sempre, per non smentire le tradizioni: «Ho fatto un paio d’esami all’università, sono andati bene», «Col mio ragazzo..? Crisi nera. Il futuro è sempre così incerto che….». Sbadigli, tentativi di discorsi. «Forse è meglio andare a dormire, domani…». Eleonora ci provava, ma si addormentava parlando. Le ho sorriso, le ho fatto una carezza, ma già russava.
I ragazzi arrivati da Quarrata, in provincia di Pistoia, non hanno esitato un momento a mettersi al lavoro: Valentina, Arianna e Assunta armate di santa pazienza hanno rimesso a nuovo la redazione, appendendo quadri, ordinando cassetti e archivi. Rossano, l’unico uomo toscano, a cui è toccato sopportare un esercito di donne a Borgetto, ha provato a tenerci svegli durante la notte, ma ha saputo farsi perdonare. «Ti prendo un bicchiere di spumante, lo vuoi? E un pezzo di torta?» ripeteva alle nostre facce stanche il giorno dell’inaugurazione.
Una giornata di festa che rimarrà nella storia, anche se la nostra storia – quella di Telejunior – l’hanno costruita i giorni di lavoro e di preparazione. Giorni densi, giorni pieni di entusiasmo, ma anche di rabbia, di impotenza. Dietro la nuova sede di Telejato ci sono anni di sacrifici della famiglia Maniaci. Dietro quel 4 ottobre, una festa ineccepibile per gli ospiti, c’erano le mani di Gianni e la dedizione di Nicola, la passione che nessuno di noi ha lesinato.
Ce ne siamo resi conto tutti, anche se non ce lo siamo detti per pudore, che il giornalismo è un’altra cosa. Non è sufficiente scrivere i pezzi, fare i servizi, cercare le notizie. Il giornalismo per noi di Telejunior ha poco a che fare con la retorica dei buoni sentimenti che la stanchezza spazza via con facilità. Il giornalismo era scrostare le attrezzature e sperare in silenzio che l’ennesimo tentativo di zittirci non andasse a buon fine. Così è stato: adesso il segnale raggiungerà Trapani, Palermo, Messina ed Agrigento. Nel frattempo quello che è accaduto ci ha insegnato una cosa: lo spirito del mestiere. Speriamo di tenerlo a mente.
Scheda: Telejunior,Telejato
Telejato è una televisione comunitaria a conduzione familiare, attiva sul territorio di Partinico da oltre dieci anni. Con il passaggio al digitale la piccola emittente di Pino Maniaci rischiava di chiudere i battenti. Una legge contenuta nella finanziaria 2011, firmata dal governo Berlusconi, impone regole molto restrittive per le televisioni comunitarie e a Telejato non potevano essere assegnate le frequenze.
Grazie a un lavoro di squadra e alla creazione di un consorzio, la tv antimafia vince la sua battaglia: al momento dello switch off può continuare a trasmettere e i canali a sua disposizione sono diventati sei.
Tra questi c’è Telejunior, il canale dei giovani, una scuola di giornalismo e un posto dove s’impara a fare informazione vera. Nonostante un incendio abbia distrutto il ripetitore di Monte Bonifato, Telejato non si ferma: la nuova sede viene inaugurata e, grazie alla bravura dei tecnici, il segnale ora raggiungerà anche Agrigento, Messina, Trapani e Palermo.
(Giulia Paltrinieri, Telejunior)