Il veleno vien di notte
Il polverino dell’Ilva di Taranto continua ad arrivare a Catania. L’altro ieri sera, intorno alle 11, la nave Eurocargo Livorno della Grimaldi Lines ha sbarcato l’ennesimo carico di veleni.
La destinazione finale è sempre la stessa: Melilli, contrada Bagali, discarica Cisma Ambiente del duo Paratore-Balistreri. Dallo scalo etneo, questa volta, sono partiti cinque automezzi dell’azienda pugliese Setras, con base operativa a Priolo Gargallo.
Il porto di Catania a quell’ora è semi-deserto. Ci sono gli ultimi autisti in uscita, due uomini di guardia, ma soprattutto una gran calma. C’è silenzio e c’è attesa. Una camionetta dell’esercito fa la ronda: operazione strade sicure. Eppure l’ingresso della zona commerciale, in via Acquicella Porto, rimane una piazza di spaccio e sfruttamento della prostituzione.
Poco dopo le 11 e trenta, ecco muoversi i cinque camion.
A fermarli finora non è bastato l’appello di ambientalisti, comitati territoriali e sindacati di base che, la scorsa settimana, chiedevano al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti «il blocco immediato dell’importazione in Sicilia degli scarti industriali dell’Ilva, nell’attesa di ridiscutere e ricercare delle modalità più sostenibili e, soprattutto, più trasparenti per risolvere il problema del corretto smaltimento di questo genere di rifiuti». Partendo da «un coinvolgimento attivo delle comunità locali».
Il traffico va avanti, settimana dopo settimana. Tonnellate di rifiuti speciali in transito. Come se nulla fosse, perché di nulla deve restare traccia. Tutto, in un attimo, sarà seppellito in un enorme buco. Nella terra e nella carne di un triangolo della morte, a notte fonda. Mentre i suoi abitanti dormono.
***
Ministro Galletti, basta con il traffico di rifiuti Ilva!
Chiediamo al ministro dell’Ambiente il blocco immediato del traffico di rifiuti dall’Ilva verso la Sicilia
Invitiamo il governo Crocetta e le amministrazioni locali a prendere posizione sulla vicenda
Facciamo appello alla mobilitazione della cittadinanza, partendo dai comuni del Siracusano
Apriamo al confronto con le realtà sociali e ambientaliste della comunità di Taranto
I rifiuti dell’Ilva di Taranto tornano a essere smaltiti in Sicilia, ancora una volta nel bel mezzo del polo petrolchimico siracusano e nel più completo silenzio delle istituzioni, nonché all’insaputa delle popolazioni locali. Era già successo ad aprile del 2015, quando una partita di circa 9 mila tonnellate di polverino prodotto dagli altiforni dell’acciaieria pugliese, dopo essere giunta in nave al porto di Augusta, fu trasferita alla discarica Cisma di Melilli.
La novità preoccupante, adesso, è che questo traffico di rifiuti industriali è divenuto regolare e decisamente intenso. Da più di un mese e con cadenza settimanale, infatti, diversi autotreni carichi di polverino s’imbarcano sulla nave Eurocargo Livorno del Gruppo Grimaldi, in partenza ogni mercoledì mattina dal porto di Taranto. Rispetto all’episodio dello scorso anno, inoltre, è da evidenziare una curiosa variazione nel percorso marittimo: i rifiuti non sbarcano più ad Augusta, ma fanno scalo notturno a Catania; per poi raggiungere via terra, il giorno successivo, la stessa discarica di Melilli.
Come associazioni ambientaliste e organizzazioni impegnate sui territori, riteniamo grave questo arbitrario e sistematico trasferimento di rifiuti speciali, da un’area altamente contaminata a un’altra che versa nelle medesime disastrose condizioni sanitarie e ambientali. Si tratta, per di più, di un’operazione che è avvenuta, e continua ad avvenire, senza informare né consultare la Regione Siciliana e le comunità locali. Nella totale mancanza di trasparenza istituzionale, quella decisa a tavolino dal ministro Galletti con i commissari dell’Ilva è una soluzione non solo insostenibile dal punto di vista ambientale, ma anche palesemente antieconomica, se non per le aziende private incaricate di attuarla. Inoltre, la scelta di deviare da Augusta a Catania il passaggio del polverino, oltre ad essere meno agevole e più costosa, fa sorgere il legittimo sospetto che ci sia una precisa volontà di tenere quest’operazione distante da quei riflettori – pubblici, mediatici e giudiziari – che da diversi mesi, in seguito allo scoppio dell’inchiesta lucana Petrolio, sono puntati sulla rada di Augusta, e sulle società e sui business che le gravitano attorno. In proposito, giova ricordare che alcuni soggetti economici e istituzionali citati nelle carte della procura di Potenza, risultavano direttamente o indirettamente coinvolti proprio nell’ “affare” del polverino Ilva. Un fatto quest’ultimo che avrebbe dovuto consigliare al ministero dell’Ambiente quanto meno una buona dose di cautela, anziché l’ennesimo avallo di un traffico di rifiuti dai contorni poco chiari.
Per tutte queste ragioni, chiediamo al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti il blocco immediato dell’importazione in Sicilia degli scarti industriali dell’Ilva, nell’attesa di ridiscutere e ricercare delle modalità più sostenibili e, soprattutto, più trasparenti per risolvere il problema del corretto smaltimento di questo genere di rifiuti. Il tutto partendo, a nostro avviso, da un coinvolgimento attivo delle comunità locali, dei cittadini tanto quanto degli operai costretti a subire i costi devastanti di un’industria inquinante che continua a divorare l’ambiente e la salute pubblica, giocando al ricatto occupazionale e negando il diritto ad un lavoro sano e sicuro.
Siamo molto vicini alla comunità di Taranto, perché da sempre la loro lotta per la vita è anche la nostra. E non potremmo mai trattare questa vicenda come una mera istanza localistica, senza considerare nell’insieme la problematica e aprire al confronto con le realtà ambientaliste e i comitati territoriali di Taranto.
Così rivolgiamo a loro l’invito a pronunciarsi su questa vicenda, per fare insieme piena luce su quanto sta accadendo, costruire una vertenza dal basso e trovare soluzioni condivise e funzionali all’obbiettivo primario che ci accomuna: ossia, la bonifica e la riconversione ecologica dei territori che abitiamo.
Concludiamo invitando il governo Crocetta e le amministrazioni locali a prendere una chiara posizione in merito, mentre facciamo appello alla mobilitazione della cittadinanza, affinché si spinga il governo nazionale a porre fine a questo dannoso e insensato traffico di rifiuti Ilva.
promuovono:
Natura Sicula; Decontaminazione Sicilia; Don Palmiro Prisutto; Legambiente Augusta
aderiscono:
Comitato NoMuos/NoSigonella; Coordinamento per la smilitarizzazione e la tutela di Punta Izzo; Confederazione Cobas Siracusa…
per adesioni: stopveleni@email.it