Il processo Zambetti
Voto di scambio, estorsione, detenzione di armi, corruzione, sequestro di persona…
Milano, Palazzo di Giustizia. “Grillo parlante” si sposta in Corte d’Assise: il processo che vede coinvolti l’ex assessore della regione formigoniana Domenico Zambetti, politici lombardi e presunti affiliati di ‘ndrangheta, lascia l’Ottava sezione penale e prende casa al secondo piano del tribunale milanese di viale Freguglia.
Voto di scambio, estorsione, detenzione di armi, corruzione e sequestro di persona: questi i reati ascritti agli imputati arrestati ad ottobre 2012 e chiamati oggi in aula per l’udienza preliminare. Presenti fra i banchi degli imputati Alfredo Celeste, ex sindaco Pdl di Sedriano, il primo comune lombardo sciolto per mafia lo scorso autunno, e Silvio Marco Scalambra, il medico chirurgo del pavese marito di una consigliera comunale dell’ex giunta di centro destra sedrianese accusato di corruzione con promessa.
E’ la difesa Celeste a prendere per prima la parola: l’avvocato Giorgio Bonamassa dichiara l’incompatibilità dell’udienza svolta in Assise in quanto, secondo il legale, non vi sarebbe connessione fra tutti i capi d’imputazione.
Bonamassa sostiene che la Corte non avrebbe competenza sulla totalità dei crimini contestati dal pubblico ministero, e propone di trattare il sequestro di persona, per l’accusa attuato da Eugenio Costantino e affiliati del clan Di Grillo-Mancuso separatamente dagli altri reati.
E’ il pm a rispondere all’eccezione di Bonamassa: “L’accusa rigetta l’eccezione di incompatibilità. Da una parte ci sono fatti di mafia ad sensum, cioè in senso stretto, come l’estorsione; dall’altra vi è l’ambito politico-economico che si traduce nei reati di corruzione: non è possibile leggere i due aspetti separatamente fra loro in quanto il fine di entrambi è di affermare e rafforzare il prestigio del medesimo gruppo criminale: l’ambito politico corrotto qui preso in esame va ad agevolare l’associazione denominata ‘ndrangheta. Il processo deve rimanere in Corte d’Assise”. Dello stesso avviso le parti civili: gli avvocati di Regione Lombardia, Comune di Milano, Comune di Sedriano e Aler si pronunciano in accordo col pubblico ministero.
Il presidente della prima Corte d’Assise Guido Piffer delega invece la decisione alla Cassazione che, entro l’estate, determinerà se i reati saranno trattati nello stesso tribunale o se il sequestro di persona verrà gestito da un’altra corte. E’ possibile anche, spiegano i giudici, che la Cassazione opti per una via mediana di fatto annullando il conflitto.
Tutto ruota attorno a quel sequestro di persona a scopo estorsivo messo in atto il 26 marzo 2011 da Eugenio Costantino assieme a presunti affiliati del clan Di Grillo-Mancuso: un venditore di preziosi si era recato al Compro Oro di proprietà di Costantino per vendere diamanti falsi, e una volta scoperta la truffa il presunto boss caricava il truffaldino su una vettura, gli dava quattro scappellotti e lo portava a Cuggiono, nel magentino, nella cosiddetta “casa bunker” del 37enne Sabatino Di Grillo, già condannato con rito abbreviato in primo grado a dieci anni di carcere. L’uomo veniva rilasciato qualche ora dopo in cambio di denaro.
Il Comune parte civile
Altro punto sollevato dalle difese è l’incompetenza a costituirsi parte civile del Comune di Milano. E qui i giudici rispondono prontamente: “La raccolta di voti ha riguardato gli elettori milanesi e la politica milanese: il Comune è legittimato già in quanto interesse diretto nelle consultazioni elettorali”.
Ad ogni modo, nulla riguardo l’eccezione di conflitto sarà deciso prima di luglio, per cui la prossima udienza si terrà non prima di due mesi, motivo per cui il pubblico ministero chiede la sospensione dei termini di custodia per l’unico imputato sottoposto a custodia, Eugenio Costantino: il presunto affiliato di ‘ndrangheta è agli arresti domiciliari presso una clinica psichiatrica in seguito a problemi di salute che il Tribunale ha ritenuto incompatibili con la detenzione in carcere. Tutti gli altri imputati, incluso Domenico Zambetti, non hanno alcun vincolo alla propria libertà personale. Di certo, ad oggi, c’è il calendario delle udienze: il processo si svolgerà con frequenza bisettimanale da settembre a dicembre 2014.