Il nuovo e l’indagato
A questo si aggiunge la violazione della privacy. Per aver trattato, fuori dalle funzioni istituzionali, i dati personali di studenti e docenti. Aggravante, secondo i magistrati, è l’«aver commesso il fatto con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione o a un pubblico servizio». Come quella del rettore dell’università di Catania, appunto. Al Magnifico dimissionario, infine, viene contestato di aver tentato di indurre il suo collaboratore e marito della candidata Nino Di Maria a mentire all’autorità giudiziaria. Promettendo una facile via d’uscita: scaricare la colpa sul figlio Daniele. Su questa terza accusa sembra non abbia giocato a favore di Recca la decisione, poche settimane dopo il caso, di promuovere Di Maria: da membro dello staff del rettore a direttore del Cinap, il centro che si occupa dell’accessibilità delle strutture e dei servizi agli studenti diversamente abili.
L’intera questione passa però sottotraccia davanti alle dimissioni dello stesso Magnifico e alla sua poltrona lasciata vuota. Il suo successore Giacomo Pignataro, già eletto, dovrà aspettare il via libera dal ministro dell’Istruzione Francesco Profumo per potersi insediare. Passaggio burocratico che avviene la sera del 12 marzo, sei giorni dopo. L’indomani Pignataro si presenta come nuovo rettore dell’università di Catania. Promette di non aumentare le tasse, si augura di poter rendere il tanto contestato statuto voluto dal suo predecessore «più equo e rappresentativo» e annuncia uno dei suoi primi atti da Magnifico: una riunione con tutti i rappresentanti degli studenti «per discutere dei problemi dell’Ateneo e cercare di risolverli insieme. Perché la laurea a Catania non abbia solo valore legale, ma significhi anche prestigio».
SCHEDA
Giacomo Pignataro
Da Economia al rettorato
Quasi cinquantenne, sposato, con un figlio, è docente di Scienze delle finanze al dipartimento di Economia dell’università di Catania. In questi anni è stato membro del Consiglio d’amministrazione dell’ente e, tra il 2009 e il 2010, presidente della Scuola superiore etnea. Dopo la laurea proprio all’università di Catania, consegue un master e un dottorato a York, nel Regno Unito. Torna in Italia e rinuncia a un posto di lavoro in banca per un contratto da ricercatore a Unict. E’ l’inizio degli anni ’90. Nel 2000 diventa professore associato e due anni dopo è ordinario. Tra i suoi settori di ricerca c’è soprattutto l’economia sanitaria con un approfondimento sull’organizzazione ospedaliera. Negli ultimi tempi è stato tra i più critici oppositori dell’ex rettore Antonino Recca, il primo turno di votazioni accademiche si è chiuso per lui con un ottimo risultato, seppure senza quorum: più del doppio dei voti ottenuti da Giuseppe Vecchio, candidato appoggiato dal Magnifico allora in carica. In attesa del secondo turno, considerate le preferenze andate al collega, è lo stesso contendente Vecchio a ritirare la propria candidatura. Eletto il 28 febbraio, Pignataro resterà in carica per sei anni. Tra i punti i fondamentali del suo programma ci sono «la discussione e il coinvolgimento diretto» di tutti i membri dell’università, la scelta di «regole chiare esplicite, certe e uniformi, senza nessuno spazio a forme di autoritarismo» e la revisione del tanto contestato statuto