Il metano, la mafia e la mafia dell’“antimafia”
Scheda
UN “PATTO DI LEGALITA’”
I lavori furono eseguiti dalla Gas s.p.a. con i finanziamenti pubblici. Una interessante operazione per la quale è opportuno citare le dichiarazioni rese da Massimo Ciancimino presso il Tribunale di Palermo alla presenza dei magistrati dott. Ingroia e dott. Di Matteo il 09/07/2008:
“Si erano occupati insieme anche di fare levare l’aggiudicazione della, dei lavori dell’impresa quella dei Cavallotti per farla aggiudicare sempre all’impresa Brancato-Lapis” (allegato 8 – trascrizione dell’interrogatorio reso da Ciancimino Massimo il 06//07/2008).
In data 08/05/2009 presso il gruppo della Guardia di Finanza di Bologna, innanzi ai magistrati Vincenzo D’Agata, Fabio Scavone e Antonino Fanara, Massimo Ciancimino dichiarava poi:
“Il Prefetto di Palermo Profili, in seguito ad una indagine giudiziaria, revocò le concessioni che erano state assegnata ad una impresa riconducibile alla famiglia Cavallotti di Palermo, che si sospettava vicina al clan mafioso dei Madonia. Si decise, in sostituzione, che tali concessioni avrebbero dovuto essere assegnate di ufficio alla società del gas Brancato- Lapis, ove mio padre aveva interesse, e di tale fatto se ne occupò proprio il dott. Sciacchitano oltre che l’ing. Brancato. In effetti avvenne che le concessioni furono assegnate alla nostra “società””(allegato 9 – verbale di interrogatorio di Ciancimino Massimo 08/05/2009).
L’allora Presidente della Commissione Antimafia Giuseppe Lumia il 17/06/2000 partecipava a Mezzojuso all’inaugurazione dei lavori di metanizzazione eseguiti dalla Gas Spa spiegando al suo uditorio la necessità di coniugare lo “sviluppo con la legalità”. Secondo quanto dichiarato da Massimo Ciancimino tale accordo non raggiunse gli obiettivi di legalità cui tendeva.