martedì, Dicembre 3, 2024
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Il governo oscura i beni confiscati ai boss

Cancellati i dati su numero e collocazione. “Così si impedisce il monitoraggio, si ferma la denuncia e si coprono i mafiosi”. Mentre si crocifigge la magistratura.

di Matteo Iannitti


Da quest’estate i dati sui beni confiscati alla mafia non sono più pienamente consultabili sul sito web dell’Agenzia Nazionale. Il portale OpenRegio che consentiva di verificare tipologia, numero e indirizzo dei beni confiscati alla mafia in Italia è stato dismesso per fare il posto alla “Piattaforma unica delle destinazioni” che tuttavia non è entrata ancora in funzione.

Da mesi è quindi impossibile consultare i dati sui beni confiscati. Informazioni che consentono di monitorare il lavoro dell’Agenzia, che consentono di capire quanti beni confiscati sono riutilizzati per scopi sociali, quanti sono abbandonati o quanti sono impunemente lasciati nelle mani dei mafiosi che hanno subito la confisca. Il lavoro che Siciliani giovani e Arci hanno svolto negli ultimi anni sarebbe stato impossibile senza l’accesso a questi dati.

Sul nuovo sito campeggia la scritta “l’elenco dei beni al momento è accessibile esclusivamente agli utenti degli Enti autorizzati (Regioni, Province, Comuni, Città Metropolitane, Prefetture e Demanio). Quando ci sarà la possibilità della consultazione pubblica ne verrà data notizia sui principali canali di comunicazione”. Insomma, voi associazioni, giornalisti e cittadini che da anni ci rompete le scatole denunciando la malagestione dei beni confiscati, rassegnatevi.

Nella parte del sito che dovrebbe riportare gli elenchi dei beni confiscati compare un altro avviso “In considerazione delle attività di re-ingegnerizzazione del processo di destinazione e contestuale rinnovo della piattaforma infoweb, al momento i dati relativi alle destinazioni dei beni potrebbero essere sottostimati”. E infatti sono scomparsi, non si sa con quale criterio, migliaia di beni confiscati dagli elenchi. Anche il Giardino di Scidà, il bene confiscato alla mafia dove ha sede la nostra redazione a Catania, non figura più nella lista dei beni tolti ai mafiosi.

Anche il portale confiscatibene di Libera, basato sui dati di OpenRegio è stato offline per alcune ore, e adesso sembra presentare problematiche nella sincronizzazione dei dati. Appare incomprensibile il motivo per il quale, anche in preparazione di una nuova modalità di pubblicazione dei dati sui beni confiscati, si sia scelto di oscurare e cancellare i dati già pubblicati.

Certo si è dato un altro colpo alla lotta alla mafia, mentre si attacca spietatamente la magistratura, mentre si utilizzano le leggi speciali contro i mafiosi per perseguitare qualche ragazzino.

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