Il Giardino di Scidà, bene confiscato alla mafia. Come sono stati spesi tutti i soldi raccolti.
Il dettaglio di tutte le spese effettuate con i soldi donati. Serve ancora il contributo di tutte e tutti.
Quando è iniziata l’avventura di restituire alla città il bene confiscato alla mafia di via Randazzo 27 a Catania, il Giardino di Scidà, sapevamo due cose: la prima è che avremmo avuto bisogno di un bel po’ di soldi per ristrutturarlo, metterlo in sicurezza, comprare il materiale necessario, finanziare le attività e chi vi avrebbe lavorato. La seconda è che avremmo improntato la gestione nell’assoluta trasparenza anche per ciò che riguarda l’utilizzo delle risorse economiche.
Siamo consapevoli che oggi, con la crisi che morde e il reddito che non basta mai, donare soldi sia sempre più difficile e chi lo fa spesso si priva di qualcos’altro. Per questo ogni donazione è stata trattata come un qualcosa di preziosissimo, da valorizzare e proteggere. Ogni euro donato al giardino o raccolto nelle iniziative di autofinanziamento è servito a trasformare un bene abbandonato in uno spazio vivo della città di Catania, finalmente restituito ai suoi abitanti.
Gran parte delle somme raccolte sono state investite in opere di messa in sicurezza e strutturali. Lo abbiamo fatto perché era giusto non rinviare lavori importanti ed essenziali. Lo abbiamo fatto perché siamo convinte e convinti che un bene confiscato alla mafia debba immediatamente essere reso bello e sicuro: in modo che nessuno mai possa dire che era meglio quando lo aveva in mano la mafia.
Il Giardino di Scidà. Tutte le spese sostenute.
Nei mesi di novembre e dicembre 2017 il progetto del Giardino di Scidà ha ricevuto 14 336 euro. Di questi, 4780 euro sono stati raccolti direttamente sul conto corrente bancario de I Siciliani Giovani, 1100 euro sono stati raccolti sul conto paypal e 8 536 euro sono stati raccolti, al netto delle spese di gestione trattenute dal sito di crowdfunding, dalle donazioni su Produzioni dal basso e dal contributo di Banca Etica.
Altri 600 euro sono stati raccolti negli scorsi mesi grazie alle iniziative di autofinanziamento e al contributo di 100 euro di associazioni del territorio. Queste somme sono state impegnate per spese minute: bollette, prodotti per la pulizia, fornitura di terra, acquisto bibite e birre per le iniziative, piatti e bicchieri, lampadine, attrezzi da giardino. Tutto rendicontato tramite scontrini e fatture.
I lavori di ripristino dei locali e messa in sicurezza, presentati al Comune di Catania tramite CILA, sono costatati complessivamente 6 720 euro. I lavori di ripristino e messa in sicurezza dell’impianto elettrico sono costati 1 320 euro. I costi legati alla presentazione del progetto al Comune, alla direzione dei lavori e alla progettazione dei lavori sono stati finora 1 042 euro.
I rimborsi spese per i soci de I Siciliani che si sono dedicati al Giardino di Scidà negli scorsi sei mesi sono stati di 910 euro.
La campagna di comunicazione per il Giardino di Scidà e i rimborsi spese per le attività di promozione e progettazione sono costati 1 250 euro.
Assicurazione dei locali e dei frequentatori, registrazione del contratto di comodato d’uso, sono costati 700 euro. 300 euro sono costati gli interventi per mettere in sicurezza porte e finestre del Giardino di Scidà non appena entrati in possesso del bene.
1100 euro sono stati dati come anticipo per la sostituzione degli infissi che, a saldo, costeranno in tutto 1500 euro.
Le bollette della luce sono costate fino ad oggi 220 euro. Ad esse vanno aggiunte le bollette dell’acqua e della luce condominiale: 150 euro pagati grazie ai piccoli incassi delle iniziative del Giardino e alla solidarietà degli abitanti. 116 euro sono stati spesi per le targhe.
Poi ci sono state le piccole spese: scaldabagno, flessibili, rubinetti, lampade per interno, lampade per esterno, carriola, rastrello, pittura, stucco, viti, chiodi, terra, mattonelle, comunicazione e tante altre cose di cui, per ogni euro, abbiamo conservato gli scontrini, per un totale di circa 500 euro.
Abbiamo speso ogni singolo centesimo con oculatezza, avendo il massimo riguardo circa il risparmio, la correttezza amministrativa, la legalità, le condizioni di lavoro, i diritti dei lavoratori. Elementi che ci hanno permesso di spendere il giusto, pagando le tasse dovute e rispettando chi ha lavorato.
Ogni singolo centesimo donato può essere visto, toccato con mano, entrando al Giardino di Scidà. Per molte cose bisogna prestare attenzione perché riguardano la sicurezza dei locali, non solo l’estetica.
Come promesso, abbiamo speso con estrema attenzione tutti i soldi donati.
Adesso che devono iniziare le attività, in locali finalmente sicuri e accoglienti, abbiamo bisogno ancora di tutto il vostro sostegno.