Il fortino assediato
Un sindaco in bilico, stretto all’angolo e stritolato da proteste e ritorsioni. Un saldatura tra ambienti apparentemente lontani che puntano su Palazzo San Giacomo
Cosa sta accadendo a Napoli? Un clima pesante sembra aver avvolto la città. Esplosione di ordigni sotto la sede del Comune di Napoli, finti funerali, ripetuti allarmi bomba contro il municipio e le stazioni della metropolitana, blitz improvvisi e occupazioni dei palazzi delle istituzioni. Serrate a tappeto dei commercianti contro i provvedimenti di Ztl (zona a traffico limitato), blocchi stradali, improvvisi scioperi dei dipendenti dello stesso Comune in coincidenza con manifestazioni internazionali.
E se non bastasse anche la strana convergenza di una parte dei media con gruppi di pressione “talebana” sorti come funghi sui social network. Non è solo legittimo dissenso ma qualcosa in più.I successi dell’amministrazione arancione restano sullo sfondo: l’organizzazione di grandi eventi, (Coppa America, Giro d’Italia, concerto di Bruce Springsteen), l’aver cacciato una variegata vegetazione di lobbisti e strani personaggi borderline, l’aver ridotto il debito accumulato dalle gestioni precedenti e aggravatosi con i tagli dei trasferimenti del Governo e gli effetti della spending review sugli enti locali.
Il sindaco Luigi de Magistris è sotto scacco. Un assalto continuo. Un assedio al fortino che scatena gli istinti più primordiali e naimaleschi. Un rancore e un odio che cova sotto le ceneri di una città abituata ai compromessi, al mercanteggiare, al barare con il gioco delle tre carte. E’ difficile capire una città, dove normalmente non si capisce nulla.
La domanda ritorna : Cosa sta accadendo a Napoli? E’ in corso una saldatura tra ambienti apparentemente lontani che trovano un inaspettato coagulo e sintesi nella contrapposizione al primo cittadino. Commenti per usare un eufemismo al limite della diffamazione sono venuti fuori dai social network dopo la notifica di un avviso di garanzia al sindaco e al suo assessore al traffico per una presunta responsabilità oggettiva per la presenza delle buche nelle strade partenopee. Un venticello che soffia e fa il paio con ciò che si muove nella piazza.
Chiariamo: non ci troviamo di fronte al legittimo protestare o l’espressione del sacrosanto dissenso; è un qualcosa che ha il sapore della ritorsione, della vendetta, delle restaurazione più bassa. Una sorta di lenta ma implacabile strategia di spodestamento. C’è la palese volontà d’imporre e dettare un’agenda al governo della città, un tentativo di riportare indietro le lancette della storia, aprire varchi per riportare dinosauri e interessi particolari nelle stanze del municipio.