Il comune promette ma intanto continua gli sgomberi
Rimesso il lucchetto all’edificio in via De Felice a Catania
La lotta dei senza casa continua. Gli sgomberi pure
Stamattina alle sette l’edificio in via De Felice, 48 è stato raggiunto da un furgone della polizia. I poliziotti hanno fatto irruzione portando via i tre occupanti che, in mancanza di una casa, vi risiedevano. Nonostante negli ultimi mesi la questione dell’emergenza abitativa si sia fatta sempre più drammatica e pressante, le istituzioni continuano ad eseguire sgomberi ributtando in strada persone già in condizioni precarie, senza fornire sostegno di nessun tipo.
L’edificio in via De Felice non è mai stato utilizzato negli ultimi vent’anni. Stamattina vi è stato rimesso il lucchetto.
La lotta dei senza casa continua, i paradossi pure: le case restano chiuse e abbandonate le persone in strada.
di Ivana Sciacca
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Poche ore dopo lo sgombero di via De Felice si è tenuto l’incontro presso la sede dell’assessorato alla Famiglia e politiche sociali. La concomitanza degli eventi non ha permesso a molti di poter partecipare a tale incontro, che si è svolto alle ore 10.30 presso la sede di via Dusmet. Tra i presenti l’assessore Angelo Villari, il vice sindaco Marco Consoli, la dottoressa Campione, i residenti di via Furnari e alcune delle associazioni e dei comitati per le emergenze abitative. La voce unanime del pubblico ha ribadito il problema dello scorrimento delle graduatorie.
Graduatorie che sembrano scorrere in modo alternato e casuale, piuttosto che sulle priorità delle famiglie disagiate che hanno l’urgenza di una casa in cui poter vivere.
E non bastano le conferme da parte dell’assessore Villari sull’erogazione del contributo di duecentocinquanta euro al mese per nucleo familiare (la cui validità ha durata di un anno, prorogabile fino a due), in quanto questa non sembra essere una soluzione ma un tampone che blocca un’emorragia. In teoria il contributo è valido per tutte le emergenze abitative in atto, ma in pratica pochi vi hanno accesso.
Intanto non è stata formulata alcuna soluzione abitativa concreta per gli sgomberati di via Furnari. Il loro legale, l’avvocato Pulvirenti, si è reso disponibile come mediatore per la ricerca di una situazione abitativa più dignitosa. Rimane in sospeso la questione dei senza casa di via Calatabiano e via De Felice.
L’emergenza continua.
di Francesco Nicosia
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Continua ad aggravarsi l’emergenza abitativa e le recenti occupazioni di famiglie senza casa ne sono, se ce ne fosse stato bisogno, un’ulteriore dimostrazione. Quello che emerge è comunque l’assenza di un progetto organico da parte delle Istituzioni per far fronte ad una situazione che non potrà che aggravarsi considerato che la crisi occupazionale continua a mordere e considerati i dati sulla povertà assoluta. In questo quadro desta non poche perplessità il comportamento schizofrenico delle Istituzioni che dispongono lo sgombero forzato in tempi brevissimi degli occupanti i locali del palazzo di via De Felice di proprietà dell’Istituto Ardizzone Gioieni mentre nessun azione viene portata avanti contro chi occupa gli alloggi popolari pur avendo redditi e proprietà. La nostra posizione già espressa sia al Comune che alla Regione è quella che l’ingente patrimonio delle Ipab non utilizzato sia destinato proprio all’emergenza casa tanto più che le finalità sociali a cui dovrebbe essere destinato sarebbero così rispettate. Ribadiamo poi che il patrimonio abitativo pubblico sia del comune che dello Iacp se si effettuasse un monitoraggio puntuale delle assegnazioni e si provvedesse al recupero degli alloggi detenuti abusivamente da chi potrebbe per condizione economica provvedere altrimenti potrebbe rappresentare un ulteriore soluzione all’attuale emergenza. C’è poi il patrimonio abitativo confiscato alla mafia in parte utilizzabile per l’emergenza casa. La gravità della situazione impone la creazione di un tavolo di crisi che veda Prefettura Comune Iacp Organizzazioni sindacali e Associazioni del terzo settore affrontare e delineare soluzioni percorribili a brevissimo e a medio termine. E’ un obbligo trovare soluzioni né si può assistere come spettatori ad un dramma che si consuma sotto i nostri occhi ogni giorno e che riduce migliaia di persone tra cui anziani e minori in una condizione materiale e psicologica difficilissima.
Giusy Milazzo, Sindacato Unitario Inquilini ed Assegnatari (SUNIA)