I terreni e gli aranceti della mafia adesso sono vostri
All’inizio del 1951 arrivò in Italia il generale Eisenohwer. Scesero in piazza operai e contadini: “no alla guerra, no alla Nato. Pace, lavoro, terre a chi lavora”. Girolamo Rosano fu ammazzato durante la rivolta, il 19 gennaio, in piazza ad Adrano. Alcuni dissero che a sparare furono i carabinieri, L’Unità scrisse che il colpo arrivò dal balcone di Filadelfo Ciancio, possidente, esponente del Movimento Sociale. Il 2 giugno del 2018 nella Piana di Gioia Tauro è stato ammazzato Soumaila Sacko. Era un sindacalista, veniva dal Mali, si batteva per i diritti dei braccianti. A sparare il colpo di fucile è stato Antonio Pontoriero, che si sentiva il padrone dell’area utilizzata dai lavoratori per accamparsi nelle campagne.
Si chiamerà “Agrumeto Girolamo Rosano – Terre confiscate alla mafia” l’aranceto di Contrada Jungetto che, al termine del bando pubblico del Comune di Catania, è stato aggiudicato all’Associazione Italiana Agricoltura Biologica Sicilia in partenariato con I Siciliani giovani, Arci Catania, Asaec e Cooperativa Sociale Sud Sud. Un agrumeto di cinque ettari e mezzo, a ridosso del Carcere di Bicocca, nella prima periferia della città.
Si chiamerà “Terre di Soumaila – confiscate alla mafia” il progetto per ridare vita a un terreno di venticinque ettari in Contrada Aragona, alle spalle del MAAS. Presentato dall’associazione Cento passi ancora, in collaborazione con Rete per la terra e Altragricoltura, il progetto è stato reputato il più valido dal Comune di Catania.
Nelle prossime settimane si dovranno svolgere tutti gli adempimenti burocratici, poi si passerà all’assegnazione. E finalmente i terreni dei mafiosi, confiscati nell’ambito del processo IBLIS, saranno restituiti a chi lavora. A voi tutte e tutti.