I prossimi trent’anni
Il GAPA e chi lotta
Il GAPA – sede anche della nostra redazione – ha compiuto trent’anni, ma non era in ghingheri. Piuttosto una festa semplice, come stare insieme e basta. Eppure Peppe, uno dei ragazzini di San Cristoforo, è venuto con la camicia e la giacca come se dovesse uscire con una bedda carusa. Dire quello che ognuno ha fatto in questi giorni, e in trent’anni, si può sintetizzare con la gioia. E la fatica quotidiana di persone comuni che vanno avanti con ostinazione.
Il GAPA una goccia nell’oceano ma erode da trent’anni quello che è il sistema politico-mafioso che ci vorrebbe privare di tutto. Ma c’è che ieri, ogni giorno, da trent’anni, generazioni diverse si incontrano e lavorano duro perché non hanno mai pensato che le cose “qua da noi non possono cambiare”. Gente che non ha mai pensato di abbandonarsi alla molliccia mentalità mafiosa. O alle istituzioni – che ormai non vanno più a braccetto coi mafiosi. Ormai solo atti osceni in pubblico.
Scatti di collera quotidiani. Al GAPA, al Colapesce, all’Officina Rebelde e in tanti altri punti deboli della città. Scatti che ci danno la spinta per rivendicare con lo stesso vigore che nessuno potrà mai toglierci il diritto a un’esistenza dignitosa.
Continuino pure a provarci: i politici arraffatutto, i boss spietati, gli imprenditori avidi. Ci troverete sempre qui. Giovani e meno giovani, e molti bambini. Pronti a darvi filo da torcere. Per difendere e riprenderci ciò che è nostro.
Ora tuffatevi pure in campagna elettorale, ma la politica è vita solo da noi. Quaggiù, in basso. Tenetelo bene in mente per i prossimi trent’anni. Cento, mille. Tutti quelli che occorreranno. Perché è chiaro che prima o poi vinceremo noi.
grazie ragazzi, voi siete la nostra gioia che perpetua l’impegno, grazie!!!