I giorni del disco-virus
Ma quando si tornerà a scuola, nelle università o in biblioteca? Boh. Si sa solo che intanto riaprono le discoteche.
“E’ sconfortante – dice Francesco di giurisprudenza – non poter vivere l’Università. Io per esempio dovrei frequentare l’ultimo anno, non ci sono prospettive per il prossimo anno accademico. Si sta elaborando una, come si dice, riapertura contingentata delle facoltà con una partecipazione mista, eliminando il carattere sociale, di aggregazione, che caratterizza l’Università. Capisco le discoteche – i cui padroni magari hanno bisogno di lavorare – ma il problema è a monte: perché autorizzare certe attività e negarne altre che hanno un rischio contagio sicuramente minore? E’ una scelta politica, una responsabilità. Profitto, pressioni politiche? Chi lo sa”.
“Ogni evento organizzato, dopo mesi chiusi a casa, è un bisogno. Perché è necessario mantenere e salvare la socialità, che certamente si è persa durante i mesi di quarantena. Noi rivendichiamo la libertà di divertirci, soprattutto se è stata autorizzata dalle autorità competenti. Secondo me non c’è da stupirsi di eventuali trasgressioni, perché questo tipo di eventi è per natura contraria ad ogni forma di distanziamento” afferma Lorenzo, studente di economia.
Sin dai primi di giugno i principali locali della movida a Catania sono stati parecchio affollati, e in particolare quelli di Viale Kennedy.
Ci sono molti gestori che, per puro senso civico, rispettano la rigide disposizioni anti-Covid, ce ne sono altri che antepongono l’interesse economico alla salute pubblica, alla collettività. I più superficiali non si limitano a violare le singole normative, ignorano ogni prudenza legata all’aumento dei contagi.
Le figure preposte all’osservanza della legge si dimostrano inefficienti dinanzi ad eventi che coinvolgono migliaia di giovani in aperta violazione degli obblighi: niente mascherine nelle file d’ingresso, niente controllo della temperatura dei clienti, piste da ballo sature, violazione del coefficiente di affollamento (una persona a metro quadrato). Ma la colpa non è solo di istituzioni e gestori, è anche di tanti giovani che sembrano ormai i principali trasgressori delle norme di prevenzione in questa fase. Gli stessi che si commuovono davanti ai camion dei mordi di Bergamo logoranti scene dei camion di Bergamo assumono il giorno dopo comportamenti irresponsabili.
Le serate ai tempi del Covid, per come sono organizzate e vissute, non solo sono un illecito ma creano un enorme rischio di nuovi focolai. Tutti in teoria sono d’accordo ma in pratica nessuno
riesce a farne a meno.
In una delle discoteche di viale Kennedy un ragazzo è risultato positivo al Covid.
“Una generazione egoista ed egocentrica, ha dimenticato ogni forma di senso civico” dice qualcuno.
Ma è davvero così?