I COMITATI SI CHIEDONO COSA SI NASCONDE ALL’INTERNO DELLA CAVA FABBRESSA
Continuano le mobilitazioni dei comitati e dei movimenti nell’Agro Caleno in provincia di Caserta, in una della zone più contaminate della cosiddetta Terra dei Fuochi, una zona che si estende in quel territorio anticamente conosciuto come Cales, importante nucleo romano tanto da diventare nel III secolo a.C. la capitale della Campania romana.
In questo territorio, che comprende tanti piccoli comuni come Pastorano, Pignataro Maggiore, Calvi Risorta e Sparanise solo per citarne alcuni, è in atto una sistematica e calcolata devastazione territoriale che si inserisce perfettamente in quella dinamica criminale che ha governato lo sversamento di rifiuti tossici in Campania insieme alla costruzione di imponenti quanto inutili impianti per la produzione di energia e lo smaltimento dei rifiuti.
Ora l’attenzione è concentrata sulla dismessa Cava Fabbressa, situata sulla strada provinciale che da Calvi Risorta porta al comune di Sparanise in provincia di Caserta, sulla quale da tempo i movimenti, ma anche alcuni consiglieri comunali dei comuni limitrofi, chiedono chiarezza. Già nel settembre 2012 una denuncia di alcuni consiglieri comunali del comune di Calvi Risorta sottolineava come all’interno dell’area ci fossero dei strani movimenti e lavori, con numerosi camion che sversavano materiale non identificato. Recentemente, anche gli attivisti del Comitato per l’Agro Caleno hanno diffuso un video in cui si vede chiaramente un camion sversare materiale sul terreno della cava. A tutto ciò si aggiunge anche che la società che gestiva la cava, ovvero laCasertana Recuperi, fu colpita da misura interdittiva antimafia il 28 settembre 2009. Solo una settimana fa, il 23 gennaio, è stato, inoltre, bocciato il ricorso presentato dalla società in questione. La sentenza è stata pronunciata dal Tribunale amministrativo regionale della Campania che ha sottolineato come non esistano ad oggi motivi che possano far cadere l’interdittiva anti mafia emessa nel 2009.
Proprio la necessità di comprendere e capire cosa si nasconde all’interno della cava, ha portato ilComitato per l’Agro Caleno ad organizzare un presidio per il giorno primo febbraio alle ore 15 proprio all’ingresso della Cava Fabbressa, ribattezzata dagli stessi attivisti come uno dei tanti “luoghi della morte” che si trovano nell’Agro Caleno.
“ Vogliamo risposte immediate su cosa trasportavano quei camion che ogni notte scaricavano all’interno della cava, quindi sull’effettivo danno ambientale provocato ed esistente in questa zona – scrivono gli attivisti del Comitato – Vogliamo sapere cosa è stato sversato nella cava Fabbressa e vogliamo saperlo ora!”
Ancora una volta, quindi, i cittadini di auto organizzano e chiedono a gran voce chiarezza e certezza sul futuro della propria terra.