I beni confiscati nella provincia di Rimini
a cura del Gruppo Antimafia Pio La Torre
Il contesto di Rimini è certamente differente dai centri urbani dove storicamente è più radicata la criminalità organizzata. D’altronde in Riviera le mafie hanno operato nell’ombra concentrandosi più su investimenti immateriali (gioco d’azzardo, riciclaggio, spaccio di droga, estorsioni) che su immobili o aziende.
Tuttavia, questo non toglie che non esistano beni confiscati a Rimini.
L’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la gestione dei beni sequestrati e confiscati (ANBSC) ne ha censiti sei. Di questi alcuni sono già usciti dalla gestione dell’Agenzia, mentre tre possono essere ancora destinati ad uso sociale e si trovano a Rimini, Cattolica e Bellaria.
Abbiamo deciso di analizzarli nel dettaglio indagando i profili biografici dei personaggi a cui questi sono stati confiscati e soprattutto lo stato attuale degli immobili.
Ne è emerso un panorama non incoraggiante: i tre beni, seppure di recente confisca, non sono stati ancora assegnati e permangono altri problemi legati tanto alle ipoteche che gravano sugli immobili (Rimini) piuttosto che a coinquilini che occupano un appartamento, senza avere i titoli per farlo (Cattolica). In questo contesto, le istituzioni si sono rese disponibili sin da subito per prendere in consegna i beni (Bellaria-Igea Marina): la speranza è che tale volontà si possa concretizzare al più presto.
Da corollario a questa ricerca fanno altri articoli relative alle problematiche dell’ANBSC, alla legislazione sul tema della confisca, allo situazione regionale dei beni sequestrati, alla penetrazione della mafia albanese in Italia.
Clicca qui per scaricare il dossier
La spese per la redazione del dossier beni confiscati sono state tutto a nostro carico, come pure quelle per gli spostamenti necessari tra uffici e beni confiscati, visure camerali, lavoro di ricerca e ovviamente tempo impiegato. Questo dossier nasce dal proposito di informare la cittadinanza su una tematica ancora in gran parte sconosciuta e dunque riteniamo siano informazioni che debbano appartenere ai cittadini gratuitamente. Tuttavia, proprio in ragione di un lavoro di ricerca che necessita un costante aggiornamento e accesso al materiale, qualora voleste contribuire a sostenere le nostre attività di ricerca e studio sul territorio (o quantomeno aiutarci a recuperare in parte quanto sostenuto per la redazione del dossier beni confiscati), potete cliccare sul pulsante qua sotto sostenendoci con la somma che riterrete opportuna.