venerdì, Novembre 22, 2024
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Gli affari del lager – business Mineo

Poco sembra essere mutato con il passaggio delle consegne CRI-Sisifo. “Il vitto continua ad essere poco gradito ai migranti”, dichiara Alfonso Di Stefano della Rete antirazzista. “Attorno al CARA aumentano i posti di blocco dell’esercito per sequestrare gli alimenti acquistati all’esterno. I trasporti continuano a non funzionare ed il denaro dato, appena cinque euro ogni due giorni, può essere speso solo dentro la rivendita del centro. Riceviamo segnalazioni sulle cattive condizioni di salute di molti ospiti, mentre resta scarsa l’assistenza sanitaria, specie alle donne incinte. I legali sono costretti a lunghe attese ai cancelli prima di potere entrare e assistere gli ospiti per le loro richieste d’asilo”.

Dell’associazione temporanea CaraMineo fanno pure parte il Consorzio Sol.Co Calatino di Caltagirone e le coop romane La Cascina (Legacoop) e Domus Caritatis. Nonostante fossero state invitate a presentare un’offerta, nessuna si era fatta viva alla gara. Sisifo, generosamente, ha pensato però di condividere con loro l’affaire “accoglienza”. L’affidamento alle coop locali e in particolare a Sol.Co. (partecipazioni societarie di Sol.Co. Catania e del Banco di Credito Cooperativo “Luigi Sturzo” di Caltagirone) era stato perorato dal presidente dell’Associazione Generale Cooperative Italiane (AGCI), Rosario Altieri.

“Nel rinnovarLe il nostro sostegno riguardo alle iniziative intraprese a Mineo, ove Ella riterrà opportuno, Le assicuriamo il supporto delle numerose cooperative sociali, aderenti alla nostra associazione, attive nel territorio della provincia di Catania…”, recita una sua missiva al ministro dell’interno Maroni, il 14 marzo 2011.

Ancora più decisivo il pressing pro-associate Sol.Co. del presidente della provincia di Catania, Giuseppe Castiglione, coordinatore regionale del Pdl. Grande amico di Angelino Alfano, il politico ha subito l’onta dell’arresto nel 1998 per turbativa d’asta nell’ambito dell’inchiesta per le tangenti all’Ospedale Garibaldi di Catania. Condannato in primo grado a dieci mesi di carcere insieme al suocero Giuseppe Firrarello (senatore di Forza Italia), nel novembre 2004, Castiglione è stato assolto in appello “perché il fatto non sussiste”. Da allora, il suo ruolo-guida della politica etnea è stato secondo solo all’antagonista Raffaele Lombardo. Uno dei terreni di scontro è stato proprio quello relativo all’accaparramento dei favori delle coop locali. C’è da scommettere che con il business Mineo, il presidente della provincia ha sicuramente tolto un bel pacchetto di voti al governatore della Sicilia.

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