Giornalismo, a Modica il festival delle storie che “non fanno notizia”
Quando si parla di festival, si pensa subito ad una passerella di nomi, di ospiti famosi, ad una vetrina d’intrattenimento e di decine e decine di eventi dei quali si fa fatica pure a leggere solo il programma. Oppure può capitare che un festival provi a presentarsi come una semplice festa, un modo per parlare di qualche tema e di affrontare un argomento, celebrando la non banale voglia di continuare a farlo. Il Festival del giornalismo a Modica, organizzato dal mensile Il Clandestino, giunto quest’anno alla sua quinta edizione, è nato un po’ di anni fa col proposito di essere una vera e propria festa, come quelle che si fanno al liceo, solo che invece di band e balli da discoteca si parla di mafia e antimafia, di temi legati al mondo dell’informazione, di satira, di attualità. E continua ad avere questo pregio, o difetto, in base ai punti di vista.
Modica capitale dell’informazione
A Catania il ricordo di Mauro Rostagno
Una vera e propria festa di tutti, e per tutti, dove la mattina, come a scuola, si ha la possibilità di frequentare delle vere e proprie lezioni di giornalismo, con professori d’eccezione: così, nel corso di questi cinque anni, si sono alternati sulla cattedra maestri del calibro di Tano D’Amico, Giacomo Di Girolamo, Franco Fracassi, Alfredo Faieta. Quest’anno a fare da mentori, è toccato al fotografo Roberto Strano per il workshop di fotogiornalismo, al freelance Antonio Mazzeo per l’inchiesta ambientale e a Silvia Bellotti e Giuseppe Pipitone de Il Fatto Quotidiano per il workshop in video inchiesta. Un’offerta molto varia che quest’anno, forse più degli altri, ha ricevuto un ottimo riscontro da parte di giovani, giovanissimi e professionisti che dai posti più inimmaginabili sono arrivati a Modica per questa due giorni di festival. Non solo workshop: sul palco dell’atrio comunale quest’anno si sono ricordate le vicende e gli esempi di Mauro Rostagno, alla presenza di Riccardo Orioles, Paolo Brogi e Lillo Venezia, di Pippo Fava e Peppino Impastato con la proiezione di corti e documentari.
Si è inoltre parlato di “mafie” con la lezione di Giacomo Di Girolamo e Giovanni Abbagnato, e si è parlato del caso kazako e del giornalismo d’inchiesta con Fabio Tonacci de La Repubblica, forse uno dei momenti più seguiti e partecipati dal pubblico. Spazio anche ai libri e alla cultura, con la tappa modicana, in esclusiva al Festival del giornalismo, di “Pianissimo – libri sulla strada”, un progetto di promozione della lettura in Sicilia, un viaggio di storie, di libri e umanità che spesso fanno fatica ad arrivare nel cuore della nostra terra anche per i più banali motivi di distribuzione. Con le dita perennemente incrociate contro le insidie del maltempo, e al grido “siamo tutti volontari”, questa due giorni di festival si è conclusa con un ospite d’eccezione, la star del web Pinuccio, al secolo Alessio Giannone, attore e regista, che ha divertito il pubblico in cinquanta minuti di satira tagliente e intelligente, col suo spettacolo “La Terza Repubblica”, facendo riflettere sul ruolo di internet nel nostro quotidiano, sulla politica e sull’informazione. Anche quest’anno il Festival del giornalismo a Modica è stato una grande festa. La festa non solo del Clandestino, ma di chi ha contribuito e ha sostenuto l’iniziativa, come la rete de I Siciliani Giovani, l’associazione Libera, il Comune di Modica, dei tanti piccoli sponsor e dei tantissimi sostenitori che hanno partecipato alla produzione dal basso con piccole, spesso simboliche quote. È stato il festival di quel mondo, di quelle storie che magari non andranno mai in prima pagina, ma di cui c’è sempre bisogno che qualcuno continui instancabilmente a raccontarle.
www-festival-del-giornalismo.it
[Foto a cura di Andrea Scarfò]