“Futura umanità”
Volontari e migranti, studiosi e donne ribelli, precari e gente sfruttata del terzo mondo. E alla fine, da qui è partita la Carovana Antimafie internazionale…
Seminari, workshop, assemblee, mini e grandi cortei, organizzazioni cene, riunioni di delegazione, incontri, birre notturne: tante sono state le occasioni per ritrovarsi, incontrarsi e conoscere altra gente durante la settimana trascorsa tra il campus universitario di Al Manar 1 dove si è svolto il forum e l’avenue Bourguiba, luogo di riferimento per i militanti “notturni” e per l’avvio della manifestazioni di apertura e di chiusura dell’edizione 2013 del FSM.
Un forum in cui si è respirata un’aria diversa, che dieci anni fa nessuno avrebbe immaginato potesse svolgersi nel Maghreb, in Tunisia, e che appena due mesi fa, dopo l’assassinio di Chokri Belaid, in molti temevano che non si riuscisse più a organizzare.
Ma il coraggio, l’impegno e la determinazione sono stati più grandi della paura e il progetto è stato portato avanti, pur lavorando in condizioni di difficoltà e con meno fondi del solito e del necessario.
Un nuovo universalismo
Il primo risultato che porta a casa è stato di confermare che è possibile costruire alternative al capitalismo e alla globalizzazione economica neoliberista, basate su principi di cooperazione; che è possibile pensare insieme un nuovo universalismo e comunità locali fondate sui valori di diversità, giustizia sociale, uguaglianza tra tutti e tutte.
In questa edizione hanno avuto centralità alcune temi rimasti un po’ al margine negli anni precedenti. Due su tutti: il movimento dei migranti e la Palestina, protagonista della manifestazione di chiusura il 30 marzo, la giornata della terra, giornata che sta particolarmente a cuore a una Nazione che lotta da 65 anni per riavere uno Stato, e non un insieme di bantustan.
La parola Karama: dignità
Un forum nel segno della parola Karama, dignità, che potevi leggere scritta in 20 lingue diverse sulle borse che i partecipanti, portandole a tracolla, sfoggiavano attraverso i viali del campus. Vari gli spazi allestiti: il villaggio migrazioni, l’area dell’alternativa mediterranea, le tende delle donne e le tende delle diverse rappresentanze territoriali: saharawi, irakeni, palestinesi, egiziani, il forum sociale libico, i siriani nelle loro varie componenti, bandiere e convinzioni. Per citarne alcuni. Più di mille le attività seminariali proposte che hanno trovato sintesi nelle assemblee di convergenza del pomeriggio del 29 e della mattina del 30.
Uno dei momenti più emozionanti si è avuto nel corteo finale, all’interno del quale ha anche simbolicamente preso avvio la Carovana Internazionale Antimafie. Ad un certo punto ci siamo ritrovati a cantare in tante lingue la stessa canzone: da un lato arrivavano le parole in arabo, dall’altro in italiano e in spagnolo, con le voci che si intrecciavano e mescolavano.
Mi sembra che questa immagine restituisca il senso di questi giorni a Tunisi e quello che potrà essere il percorso futuro: fare ritrovare insieme tante persone di diverse esperienze e provenienze in un progetto collettivo. Buon cammino!
p.s.: per la cronaca, le note che risuonavano erano quelle dell’Internazionale.