“Fuori dal palazzo e per le strade”
Abbiamo chiesto ad Anna Bucca, presidente regionale dell’Arci, di parlarci delle sue aspettative, dei suoi desideri e delle sue speranze all’indomani del voto del 20 maggio
Dal tuo osservatorio di associazionismo sociale, qual è la tua valutazione della svolta di Palermo dopo il decennio della sindacatura Cammarata che sicuramente non rimpiange nessuno?
La valutazione è positiva, sia per il messaggio che riceve il centro destra e le forze più conservative da questo risultato, sia per la lezione che spero colga l’area politica del centro sinistra palermitano, e anche quello siciliano e nazionale, che è arrivata a queste elezioni spaccata, e che “brillava” per idee poche e confuse.
D’altronde le primarie raccontavano già di un’apertura verso strane alleanze e laboratori sperimentali, principalmente con l’Mpa di Lombardo, che non sembravano incontrare il favore dell’elettore medio di centro sinistra.
I risultati di giorno 20 e 21 maggio, con la vittoria schiacciante di Orlando, testimoniano il fatto che quando il centro sinistra non è capace neanche di ascoltare le istanze che vengono dal territorio, la sconfitta è probabile.
Gli interventi pubblici di Orlando hanno posto questioni di contenuto rilevanti: le tematiche dei beni pubblici materiali e immateriali (istruzione, salute, acqua), la gestione delle ex municipalizzate, i diritti di cittadinanza per tutte e tutti, il risanamento della città, la condivisione di risposte alla crisi date dal governo nazionale che hanno finito per penalizzare i soliti noti, e che non hanno mai intaccato i patrimoni veri di questo Paese.
Non è pensabile immaginare che il Sindaco Orlando non possa che ripartire dalla disastrosa situazione finanziaria ereditata che, al di là del fatto che ci siano già le condizioni tecniche della dichiarazione ufficiale del dissesto, è certamente esplosiva. In queste condizioni ci sarà spazio e risorse per lanciare un nuovo progetto per la città con delle “idee forza”in grado di valorizzare tutti gli interventi e finalizzarli a un complessivo rilancio?
Se ci sarà la volontà politica, ci saranno anche gli spazi e le risorse per rilanciare un progetto per la città, nonostante il dissesto . C’è un sapere diffuso nel territorio che può contribuire a definire le “idee forza “ di cui tu parli, e si tratta di un sapere capace anche di intercettare risorse economiche. D’altronde, nonostante l’insipienza dell’amministrazione precedente, alcune cose sono avvenute a Palermo, e il mondo dell’associazionismo, del volontariato, dei movimenti ha cercato di fare un faticoso lavoro di rete.
E nonostante la litigiosità che purtroppo caratterizza anche questo nostro mondo, si è riusciti ad avviare coordinamenti e forum, ancora da ampliare, che hanno provato a dare risposte le tante volte che la politica istituzionale è stata assente.
Penso per esempio alle iniziate contro il razzismo che in città sembra crescere mese dopo mese, o alle iniziative di rilancio degli spazi culturali della città come i Cantieri della Zisa, o il teatro Garibaldi.
Pur nella considerazione dell’ineludibile stretta imposta dall’azione del governo centrale alla finanza locale, c’è spazio per rilanciare il segmento importantissimo del welfare che sta in capo alle politiche del Comune?
Penso di si e gli appelli che già dalla prima conferenza stampa sono stati lanciati dal sindaco Orlando al governo nazionale, con la domanda esplicita al presidente Monti se vuole continuare ad essere un tecnico senza anima o se pensa di cominciare a occuparsi e preoccuparsi dei problemi sociali del Paese, fanno ben sperare.
Certo, questo impatta con scelte pesantissime di tagli al welfare, ai trasferimenti e in generale a tutto il sistema di protezione sociale avviate dall’ex governo Berlusconi e non corretti dall’attuale governo riguardanti la riduzione drastica e in alcuni casi l’azzeramento delle spese relative alle politiche migratorie, alle disabilità, il colpo mortale inflitto alla scuola, e cosi via.
Ma è anche vero che con un sapiente uso delle risorse europee, si può “aggiustare” la direzione di marcia. Penso per esempio alle risorse del Fondo Europeo per l’integrazione dei migranti, che possono essere utili a sostenere politiche di cittadinanza per tutti, o a fondi allocati presso le Direzioni Generali delle Commissioni Europee.
Orlando conosce bene questi meccanismi, anche per la sua esperienza di deputato europeo e per il suo profilo internazionale, dunque spero che sull’attivazione di queste risorse venga posta la giusta attenzione, che deve passare da un coinvolgimento attivo e reale della cittadinanza organizzata o meno in strutture collettive.