domenica, Novembre 24, 2024
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Freddo

Un freddo medievale, con centinaia di vittime – selezionate fra i poveri – nella civile Europa. Si discute moltissimo, di cose civilizzate e moderne, governi, politiche, strategie di lungo e medio periodo, eventi vari, cultura, ma la verità è che alcuni elementi del nostro panorama sono ormai premoderni. Sono tornate la tubercolosi e la servitù della gleba. In zone circoscritte (periferie romane, latifondi campani) e per una parte circoscritta della società (meteci, iloti, non-cittadini) ma in modo assolutamente lineare. Non quanto nel medioevo, ma come nel medioevo.

Il centro di questo giornale è pericolosamente vicino al medioevo. Nel capannone dove facciamo doposcuola (il Gapa di Catania, oltre a organizzare giornali, organizza anche questo) viviamo quotidianamente a contatto con bambini di cui nessuno sa se saranno tutti vivi fra un anno o due: morti violente, malattie, ipersfruttamento, feudalità mafiosa, esercitano i loro diritti con sempre più prepotenza. Il servizio che stavamo preparando sulla squadra di rugby infantile di Librino – di cui siamo orgogliosissimi – improvvisamente è diventato futile, un lusso intellettuale da borghesi: perché un bambino è scomparso, e non si sa dove sia.

In questo mondo viviamo, e non distogliamo lo sguardo da esso. Nè cerchiamo di illuderci – come fanno quasi tutti: probabilmente anche tu che leggi – che sia un mondo minore, da rimuovere facilmente. Guardare le cose in faccia non rende più lieve la vita. C’è molto amore, ogni giorno, ma esile e continuamente minacciato.

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