EXPO 2015, prima puntata
Milano: dalla negazione alla consapevolezza
Una notizia è passata sottotraccia, una di quelle importanti, che segnano una svolta. Sfuggita ai più non perché celata ma perché bene in vista anche se non compresa, come nel celebre racconto “La lettera Rubata” di Edgar Allan Poe.
La notizia è un discorso duro, a tratti drammatico, pronunciato dal primo cittadino milanese Giuliano Pisapia sulla situazione della criminalità organizzata a Milano, in occasione di un evento pubblico. Una presa di coscienza totale del problema, mai fatta prima da un sindaco milanese. Discorso filmato dalla nostra redazione di Stampo Antimafioso, unica testata presente al dibattito: evidentemente sentire il sindaco di Milano parlare di mafia non è giornalisticamente attraente.
Finalmente si capisce che per affrontare un problema grave per prima cosa bisogna essere realisti e non nascondere la verità
La sera stessa, dopo aver pubblicato il video e inviato un lancio alle redazioni dei principali giornali locali e nazionali con alcune delle frasi più significative, non avremmo mai pensato che la mattina seguente quasi tutte le testate giornalistiche avrebbero sintetizzato la notizia con il banale slogan “1 negoziante su 5 paga il pizzo”. Più adatto a una promozione di un supermercato che a descrivere l’evento. Sarà ingenuità nostra, mancanza di esperienza, ma pensavamo, dopo una serie di sindaci che hanno sottovalutato il problema (da Paolo Pillitteri a Letizia Moratti) e dopo un Prefetto ancora in carica che ne ha negato l’esistenza, che la notizia fosse la svolta istituzionale e non il titolo ad effetto: che per la prima volta un rappresentante del Comune non ha minimizzato la criminalità organizzata. Un sindaco ha parlato di situazione grave, di priorità per Milano.
Il presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello, in una nostra intervista, ci spiegò che il contrasto civile alla mafia passa da tre fasi. La prima è la fase della negazione: la mafia a Milano semplicemente non esiste, come lo è stato per Palermo negli anni Sessanta. La seconda è quella dell’oblio: la mafia c’è ma non è il caso di parlarne perché allontana turisti e investitori. Si infanga una città, una comunità; meglio nascondere il problema sperando che sia solo di passaggio. Infine arriva la terza fase: la consapevolezza. Finalmente si capisce che per affrontare un problema grave per prima cosa bisogna essere realisti e non nascondere la verità. Solo allora si può iniziare a lavorare seriamente per una soluzione.
Un intervento, quello del sindaco Giuliano Pisapia, che il presidente della Confindustria Sicilia definirebbe da terza fase. Che oltre ad usura e racket parla di riciclaggio e di gare al massimo ribasso da abolire nei bandi d’appalto del Comune. Dopo aver sentito un suo sindaco, Paolo Pillitteri, dichiarare nel marzo dell’89 che la mafia non esiste (fase uno: la negazione) e dopo aver visto l’ex sindaco Letizia Moratti alla trasmissione “Annozero” del maggio 2009 minimizzare e nascondere la questione (fase due: l’oblio), Milano finalmente raggiunge la consapevolezza: ora alle parole devono seguire i fatti. I poteri e gli strumenti a disposizione del comitato antimafia appena istituito in città saranno un ottimo banco di prova.
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