“E per il Comune l’avvocato Barbagallo, assente”. Con queste parole il Giudice Roberto Passalacqua ha preso atto della scelta del Comune di Catania di non partecipare all’udienza e di non svolgere l’arringa finale in qualità di parte civile nel processo contro Mario Ciancio, imprenditore ed editore de La Sicilia, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
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Per il più noto e potente imprenditore ed editore catanese viene chiesta una condanna penale per mafia. Per il più importante giornale della città viene chiesta la confisca, per mafia. Una notizia clamorosa, centrale per la vita pubblica della città e della Regione, una notizia nazionale considerato il ruolo di Ciancio nel mondo dell’editoria italiano? Non per il quotidiano La Sicilia.
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“Ci sembra assolutamente provato, al di là di ogni ragionevole dubbio, che Ciancio già dalla metà degli anni 70 ha avuto un diretto rapporto con soggetti apicali dell’associazione, sulla base di un patto che era sicuramente illecito ed è sempre stato considerato un amico e una persona a disposizione dell’associazione mafiosa”
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Il Presidente dell’Associazione costruttori edili di Catania (ANCE), Rosario Fresta ha incontrato qualche giorno fa Ross Pelligra, imprenditore australiano a capo della società Pelligra Group e nuovo padrone della squadra di calcio del Catania.
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Un’altra strage nel paese degli indifferenti. Ma insieme forse, per contrappasso, un timidissimo segnale – forse – di una piccola
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Questa mattina alle ore 9,30 nell’aula prima penale del Tribunale di Catania si è svolta l’udienza per il processo a carico di Mario Ciancio Sanfilippo per concorso esterno in associazione mafiosa.
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Impressiona quanto possano essere diversi, mondo e umanità, a soli duemila chilometri di distanza, quindici ore di macchina, due ore e mezza di aeroplano.
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Pensate come sarebbe bello se quest’anno, in assenza di rappresentanze istituzionali, per evitare litigi e imbarazzi, sulla carrozza del Senato ci salissero soltanto delle bambine e dei bambini. Magari della scuola Musco. Oggi rappresentano loro Catania, più di chiunque altro.
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Un bene dal valore di decine di milioni di euro e che frutta centinaia di migliaia di euro solo tra biglietti, aree ristoro e pubblicità, viene affidato, senza alcuna procedura pubblica, tramite il semplice verbale di una riunione, a una società privata per 600 euro al mese.
Per ricordare Biagio Conte di Fabio D’Urso “Non doveva succedere questo dolore”. Queste parole come un eco nella voce di
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